Di cosa si tratta
Immaginate un tempo sospeso sul presente, provate a frenare solo per un attimo la corsa di un mondo che pare correre molto più velocemente dei nostri pensieri e che continua a proporre cambiamenti, a volte efficaci – è vero – ma molto spesso contraddittori, quasi sempre e sempre di più non immaginabili. Fermiamoci a pensare ancora un attimo. Chi avrebbe pensato fino a pochi anni che i telefoni non servissero solo a telefonare, che la musica non fosse dentro i dischi, ma fluttuasse nelle nuvole, che i libri non fossero più nelle librerie e tutto il resto di questo meraviglioso e spaventoso reale mondo virtuale?
Ma i pensieri, appunto, vanno più lentamente del tempo, ma a volte del tempo si fanno gioco, lo fermano, lo fanno ruotare attorno a sé stesso, lo capovolgono. Provano, i pensieri, a fermare il suo scorrere e i pensieri condivisi riescono da sempre a difendere con forza gli spazi per le idee, le visioni, l’immaginazione.
Così ci piace pensare il teatro, il nostro teatro e le persone che ci abitano, lo rendono vivo e si rendono consapevoli di essere protagonisti di uno spazio fisico e mentale. Un luogo dove il tempo e lo spazio si capovolgono, dove le parole del passato parlano agli uomini di oggi e le parole del presente si specchiano in quelle del passato, dove le regole non esistono e se esistessero sarebbero rovesciate.
Il Teatro Menotti compie in questi giorni quarant’anni di attività teatrale ed è uno dei luoghi più amati della città, un consolidato punto di riferimento culturale per i cittadini residenti, un luogo ormai “storico” della mappa culturale della città.
Il teatro Menotti non solo è un centro di produzione e programmazione di spettacoli, ma un luogo che lo spettatore oramai percepisce come familiare, in cui incontrarsi, socializzare e dialogare. Un luogo dove le persone si incontrano per davvero come persone.
Questo teatro ora rischia di chiudere per delle dinamiche imprenditoriali.
Noi non possiamo permettere che questo avvenga e non lo permetteremo, ma la salvezza del teatro richiede inevitabilmente il suo acquisto.
La strada è molto difficile, complicata e aldilà delle nostre forze; le tappe sono molte e troppo ravvicinate tra di loro. Abbiamo pochi mesi per raggiungere un obiettivo che appare al momento lontanissimo.
Chiediamo aiuto per non trasformare via Menotti 11 in un rimpianto.
Come verranno utilizzati i fondi
Questo teatro rischia la chiusura per dinamiche legate alla ristrutturazione del complesso immobiliare di via Ciro Menotti 11 e noi non possiamo permettere che questo avvenga e non lo permetteremo, ma la salvezza del teatro prevede inevitabilmente il suo acquisto.
La compagnia Tieffe Teatro che dal 2010 gestisce la sala di via Menotti, ha accettato di cogliere questa opportunità, ma anche la sfida di provare a difendere uno spazio cittadino – collettivo appunto – decidendo di impegnarsi economicamente e non solo in una misura oggettivamente superiore alle proprie forze, ma con uno sguardo fiducioso verso il futuro.
Al momento il traguardo appare complesso, difficile e non privo di insidie, ma la strada è avviata e la direzione è chiara. L’operazione ha un costo complessivo di 1.700.000€ e la compagnia ha deciso di accollarsi il relativo mutuo ipotecario.
Per consentire l’accesso al mutuo, dobbiamo necessariamente raggiungere la cifra di 300.000€, in assenza della quale sarebbero vanificati tutti i nostri sforzi. Ad oggi, abbiamo già raccolto tramite enti e istituzioni del territorio 200.000€.
Il nostro desiderio più grande sarebbe quello di avvicinarci il più possibile ai restanti 100.000€ attraverso la raccolta fondi. Per questo partiamo con un primo piccolo ma importantissimo obiettivo per non trasformare via Menotti 11 in rimpianto.
Chi c'è dietro al progetto
Il Teatro Menotti è gestito dalla Cooperativa Compagnia Stabile del Teatro Filodrammatici che viene costituita nel 1969 da ex allievi dell’Accademia dei Filodrammatici per la gestione del teatro omonimo. Il teatro viene gestito sino al 2008 per 38 stagioni consecutive.
La Compagnia da subito si specializza per l’innovazione teatrale e per la ricerca di nuove drammaturgie. Molti attori e registi di fama nazionale hanno collaborato negli anni alle produzioni del teatro, che acquisisce un carattere ed una notorietà di rilievo, ottenendo il riconoscimento pubblico del Ministero dei Beni Culturali dalla metà degli anni 70 (attualmente è uno dei 28 centri di produzione teatrale riconosciuti da MIBACT), diventa uno dei primissimi convenzionati con il Comune di Milano e con la Regione Lombardia.
Dagli anni 2000 con la direzione artistica di Emilio Russo (attualmente in carica) acquisisce un carattere di maggiore impatto sulla scena nazionale ed internazionale, aprendo anche a nuovi scenari sul territorio milanese e lombardo. Contemporaneamente dal punto di vista produttivo e di ospitalità le stagioni teatrali si arricchiscono di importanti collaborazioni di grande prestigio e di progetti ambiziosi e apprezzati in sede nazionale che premiano la struttura con il riconoscimento ministeriale nel 2003 come Teatro Stabile di Innovazione. In seguito all’abbandono del Teatro Filodrammatici, nel 2008 la struttura modifica il proprio nome in TieffeTeatro Milano Impresa Sociale, in piena ed assoluta continuità artistica e amministrativa.
Nel 2010, in accordo con il Comune di Milano, acquisisce la nuova sede nell’ex Teatro dell’Elfo di via Menotti a Milano, che viene rinominato Teatro Menotti.
Ad oggi la Cooperativa conta 14 dipendenti di cui 6 soci.
Ce l'abbiamo fatta!
Grazie. Facciamo fatica a trovare le parole per ringraziarvi.
Siete stati incredibili.
Sembrava un traguardo irraggiungibile ma…ce l’abbiamo fatta!
Abbiamo raggiunto la soglia minima che ci serviva per l’acquisto del Teatro Menotti: 50.000€ grazie all’aiuto di 717 persone meravigliose.
Nelle prossime ci attiveremo per l’erogazione delle ricompense a tutte le persone che ci hanno sostenuto.
Nel frattempo però abbiamo una bella sorpresa per voi.
Eppela, la piattaforma di raccolta fondi a cui ci siamo appoggiati ci ha dato la possibilità di raccogliere donazioni per oltre 15 giorni.
Più soldi raccoglieremo più la strada per il Menotti sarà spianata!
Grazie di cuore a tutti.
Siamo certi di non essere soli.
575.
Siete finora ben 575.
575 persone che hanno deciso di sostenere la nostra causa e di darci una mano quindi a salvare un pezzo di storia della città di Milano.
Sta per arrivare il momento conclusivo di questa raccolta fondi.
L’obiettivo dei 50.000€ è vicinissimo, manca una settimana e appena 5.000€.
Pensateci: se ognuno di voi dovesse inserire anche un’altra piccolissima donazione raggiungeremo immediatamente l’obiettivo?
Grazie di cuore per il supporto che ci avete dato e per quello che ci continuerete a dare.
Abbiamo avuto la certezza di non essere soli. È questa la nostra vittoria più grande.
Ci siamo quasi!
Grazie di cuore a tutti voi!
Siete tantissimi, non ci aspettavamo un riscontro del genere.
In 15 giorni siamo riusciti a raccogliere più di 38.000€ ed adesso dobbiamo prepararci al rush finale!
Mancano pochi giorni e l’obiettivo si sta facendo sempre più vicino.
Vi invitiamo a condividere la nostra campagna a più persone possibili.
Pubblicatela sul vostro profilo Facebook, su gruppi, create delle liste broadcast su WhatsApp, raccontatela ai vostri amici durante un aperitivo, ai colleghi durante la pausa caffè, ai familiari.
Abbiamo ancora bisogno di voi.
Aiutateci a non trasformare il Menotti in un rimpianto. Ve ne siamo grati, tanto.
Grazie mille per il sostegno!
Grazie! Grazie di cuore per il tuo sostegno!
È bastata meno di una settimana per capire che c'è ancora speranza per il Teatro Menotti.
Abbiamo raccolto più di 27.000€ grazie all'aiuto di più di 250 persone.
Ci stiamo avvicinando sempre di più all'obiettivo finale, ma abbiamo ancora bisogno di te!
Ti chiediamo quindi di condividere la nostra campagna con più persone possibili: parenti, colleghi, amici, conoscenti.
Abbiamo meno di un mese per non trasformare il Menotti in un rimpianto!
Di cosa si tratta
Immaginate un tempo sospeso sul presente, provate a frenare solo per un attimo la corsa di un mondo che pare correre molto più velocemente dei nostri pensieri e che continua a proporre cambiamenti, a volte efficaci – è vero – ma molto spesso contraddittori, quasi sempre e sempre di più non immaginabili. Fermiamoci a pensare ancora un attimo. Chi avrebbe pensato fino a pochi anni che i telefoni non servissero solo a telefonare, che la musica non fosse dentro i dischi, ma fluttuasse nelle nuvole, che i libri non fossero più nelle librerie e tutto il resto di questo meraviglioso e spaventoso reale mondo virtuale?
Ma i pensieri, appunto, vanno più lentamente del tempo, ma a volte del tempo si fanno gioco, lo fermano, lo fanno ruotare attorno a sé stesso, lo capovolgono. Provano, i pensieri, a fermare il suo scorrere e i pensieri condivisi riescono da sempre a difendere con forza gli spazi per le idee, le visioni, l’immaginazione.
Così ci piace pensare il teatro, il nostro teatro e le persone che ci abitano, lo rendono vivo e si rendono consapevoli di essere protagonisti di uno spazio fisico e mentale. Un luogo dove il tempo e lo spazio si capovolgono, dove le parole del passato parlano agli uomini di oggi e le parole del presente si specchiano in quelle del passato, dove le regole non esistono e se esistessero sarebbero rovesciate.
Il Teatro Menotti compie in questi giorni quarant’anni di attività teatrale ed è uno dei luoghi più amati della città, un consolidato punto di riferimento culturale per i cittadini residenti, un luogo ormai “storico” della mappa culturale della città.
Il teatro Menotti non solo è un centro di produzione e programmazione di spettacoli, ma un luogo che lo spettatore oramai percepisce come familiare, in cui incontrarsi, socializzare e dialogare. Un luogo dove le persone si incontrano per davvero come persone.
Questo teatro ora rischia di chiudere per delle dinamiche imprenditoriali.
Noi non possiamo permettere che questo avvenga e non lo permetteremo, ma la salvezza del teatro richiede inevitabilmente il suo acquisto.
La strada è molto difficile, complicata e aldilà delle nostre forze; le tappe sono molte e troppo ravvicinate tra di loro. Abbiamo pochi mesi per raggiungere un obiettivo che appare al momento lontanissimo.
Chiediamo aiuto per non trasformare via Menotti 11 in un rimpianto.
Come verranno utilizzati i fondi
Questo teatro rischia la chiusura per dinamiche legate alla ristrutturazione del complesso immobiliare di via Ciro Menotti 11 e noi non possiamo permettere che questo avvenga e non lo permetteremo, ma la salvezza del teatro prevede inevitabilmente il suo acquisto.
La compagnia Tieffe Teatro che dal 2010 gestisce la sala di via Menotti, ha accettato di cogliere questa opportunità, ma anche la sfida di provare a difendere uno spazio cittadino – collettivo appunto – decidendo di impegnarsi economicamente e non solo in una misura oggettivamente superiore alle proprie forze, ma con uno sguardo fiducioso verso il futuro.
Al momento il traguardo appare complesso, difficile e non privo di insidie, ma la strada è avviata e la direzione è chiara. L’operazione ha un costo complessivo di 1.700.000€ e la compagnia ha deciso di accollarsi il relativo mutuo ipotecario.
Per consentire l’accesso al mutuo, dobbiamo necessariamente raggiungere la cifra di 300.000€, in assenza della quale sarebbero vanificati tutti i nostri sforzi. Ad oggi, abbiamo già raccolto tramite enti e istituzioni del territorio 200.000€.
Il nostro desiderio più grande sarebbe quello di avvicinarci il più possibile ai restanti 100.000€ attraverso la raccolta fondi. Per questo partiamo con un primo piccolo ma importantissimo obiettivo per non trasformare via Menotti 11 in rimpianto.
Chi c'è dietro al progetto
Il Teatro Menotti è gestito dalla Cooperativa Compagnia Stabile del Teatro Filodrammatici che viene costituita nel 1969 da ex allievi dell’Accademia dei Filodrammatici per la gestione del teatro omonimo. Il teatro viene gestito sino al 2008 per 38 stagioni consecutive.
La Compagnia da subito si specializza per l’innovazione teatrale e per la ricerca di nuove drammaturgie. Molti attori e registi di fama nazionale hanno collaborato negli anni alle produzioni del teatro, che acquisisce un carattere ed una notorietà di rilievo, ottenendo il riconoscimento pubblico del Ministero dei Beni Culturali dalla metà degli anni 70 (attualmente è uno dei 28 centri di produzione teatrale riconosciuti da MIBACT), diventa uno dei primissimi convenzionati con il Comune di Milano e con la Regione Lombardia.
Dagli anni 2000 con la direzione artistica di Emilio Russo (attualmente in carica) acquisisce un carattere di maggiore impatto sulla scena nazionale ed internazionale, aprendo anche a nuovi scenari sul territorio milanese e lombardo. Contemporaneamente dal punto di vista produttivo e di ospitalità le stagioni teatrali si arricchiscono di importanti collaborazioni di grande prestigio e di progetti ambiziosi e apprezzati in sede nazionale che premiano la struttura con il riconoscimento ministeriale nel 2003 come Teatro Stabile di Innovazione. In seguito all’abbandono del Teatro Filodrammatici, nel 2008 la struttura modifica il proprio nome in TieffeTeatro Milano Impresa Sociale, in piena ed assoluta continuità artistica e amministrativa.
Nel 2010, in accordo con il Comune di Milano, acquisisce la nuova sede nell’ex Teatro dell’Elfo di via Menotti a Milano, che viene rinominato Teatro Menotti.
Ad oggi la Cooperativa conta 14 dipendenti di cui 6 soci.
Segnalibro personalizzato del Teatro Menotti (consegna immediata - ritiro in teatro o spedizione via posta)
Locandina di uno spettacolo a scelta con dedica di uno degli artisti protagonisti della prossima stagione 2019-2020 (ritiro in teatro prima dello spettacolo)
Due biglietti a prezzo speciale per uno o due spettacoli a scelta.
Invito ad una prova generale di uno spettacolo + aperitivo con artista (invio digitale) + due biglietti a prezzo speciale per uno o due spettacoli a scelta.
Carnet da 4 spettacoli a scelta + locandine degli spettacoli scelti (invio digitale o ritiro in teatro)
2 abbonamenti da 10 ingressi liberi cad. (invio digitale o ritiro in teatro)
Invito per due persone a tutte le prime della stagione nella fila VIP del teatro (invio digitale o ritiro in teatro)
Targa personalizzata con il proprio nome su una poltrona della platea + Invito per due persone a tutte le prime della stagione nella fila VIP del teatro (invio digitale o ritiro in teatro)
Utilizzo dello spazio teatrale per evento privato (da concordare secondo la programmazione) + Targa personalizzata con il proprio nome su una poltrona della platea + Invito per due persone a tutte le prime della stagione nella fila VIP del teatro (invio digitale o ritiro in teatro)
Ce l'abbiamo fatta!
Grazie. Facciamo fatica a trovare le parole per ringraziarvi.
Siete stati incredibili.
Sembrava un traguardo irraggiungibile ma…ce l’abbiamo fatta!
Abbiamo raggiunto la soglia minima che ci serviva per l’acquisto del Teatro Menotti: 50.000€ grazie all’aiuto di 717 persone meravigliose.
Nelle prossime ci attiveremo per l’erogazione delle ricompense a tutte le persone che ci hanno sostenuto.
Nel frattempo però abbiamo una bella sorpresa per voi.
Eppela, la piattaforma di raccolta fondi a cui ci siamo appoggiati ci ha dato la possibilità di raccogliere donazioni per oltre 15 giorni.
Più soldi raccoglieremo più la strada per il Menotti sarà spianata!
Grazie di cuore a tutti.
Siamo certi di non essere soli.
575.
Siete finora ben 575.
575 persone che hanno deciso di sostenere la nostra causa e di darci una mano quindi a salvare un pezzo di storia della città di Milano.
Sta per arrivare il momento conclusivo di questa raccolta fondi.
L’obiettivo dei 50.000€ è vicinissimo, manca una settimana e appena 5.000€.
Pensateci: se ognuno di voi dovesse inserire anche un’altra piccolissima donazione raggiungeremo immediatamente l’obiettivo?
Grazie di cuore per il supporto che ci avete dato e per quello che ci continuerete a dare.
Abbiamo avuto la certezza di non essere soli. È questa la nostra vittoria più grande.
Ci siamo quasi!
Grazie di cuore a tutti voi!
Siete tantissimi, non ci aspettavamo un riscontro del genere.
In 15 giorni siamo riusciti a raccogliere più di 38.000€ ed adesso dobbiamo prepararci al rush finale!
Mancano pochi giorni e l’obiettivo si sta facendo sempre più vicino.
Vi invitiamo a condividere la nostra campagna a più persone possibili.
Pubblicatela sul vostro profilo Facebook, su gruppi, create delle liste broadcast su WhatsApp, raccontatela ai vostri amici durante un aperitivo, ai colleghi durante la pausa caffè, ai familiari.
Abbiamo ancora bisogno di voi.
Aiutateci a non trasformare il Menotti in un rimpianto. Ve ne siamo grati, tanto.
Grazie mille per il sostegno!
Grazie! Grazie di cuore per il tuo sostegno!
È bastata meno di una settimana per capire che c'è ancora speranza per il Teatro Menotti.
Abbiamo raccolto più di 27.000€ grazie all'aiuto di più di 250 persone.
Ci stiamo avvicinando sempre di più all'obiettivo finale, ma abbiamo ancora bisogno di te!
Ti chiediamo quindi di condividere la nostra campagna con più persone possibili: parenti, colleghi, amici, conoscenti.
Abbiamo meno di un mese per non trasformare il Menotti in un rimpianto!
Un anno fa le pareti di Casa Langer - piccolo centro culturale a Tarcento, in provincia di Udine - erano bianche, i libri erano pochi e dai vetri si poteva intuire un movimento ogni tanto. Oggi quelle stesse pareti sono colorate e a tratti sporche, i libri sono così tanti che le librerie non bastano mai e dai vetri si può intuire il fermento.
Potete scoprire un po' della nostra storia qui:
Casa Langer è un progetto piccolo, che non vende e non consuma, che si mette in gioco ogni volta che può. Questa dimensione delle cose ci ha fatto diventare una vera e propria comunità, su cui poter contare nel momento del bisogno e del desiderio.
Casa Langer era un sogno e quando si è realizzato è diventato una responsabilità: abbiamo dimostrato che in qualche modo è possibile, creare un'esperienza alla quale ognunə può partecipare, che ognunə può condividere, dove ognunə se ci crede davvero è uguale.
Prima di vederla nascere e crescere, abbiamo pensato che Casa Langer sarebbe stata un rifugio, un'avanguardia e un'idea di mondo. Dopo averla vissuta quasi ogni giorno, forse possiamo darci ragione.
In un anno di presenza sul territorio siamo riuscitə a creare una piccola comunità creativa composta da giovani alla ricerca di un luogo dove esprimersi, siamo riuscitə a diventare un punto di riferimento per la vita quotidiana di famiglie e nuovə abitanti, siamo riuscitə a leggere tantissime storie a bambini e bambine da aver bisogno di sempre più libri, siamo riuscitə a realizzare corsi, doposcuola, laboratori, progetti nelle scuole, scambi di vestiti, campeggi estivi nonostante tante tante difficoltà.
Siamo ufficialmente un Rifugio per tutte le donne vittime di violenza: grazie a un progetto formativo della casa editrice Settenove in Casa Langer si possono trovare persone e informazioni in grado di dare supporto alle donne che ne abbiano bisogno.
Quali nuovi propositi per il nuovo anno? Passeggiate in natura, gruppi di lettura, progetti naturalistici di fantasia nelle scuole e il nostro primo centro estivo in montagna!
Per continuare a costruire un futuro amico, come l'avrebbe chiamato proprio Alexander Langer, c'è bisogno che tutti facciano un po': da oggi fino a fine gennaio potrai sostenere il nostro centro culturale tramite la raccolta fondi sulla piattaforma Eppela!
Riceverai la nostra borsa, la nostra maglia, o entrambe in regalo!
Il video che vedi in apertura è finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia con risorse statali del Ministero del lavoro e delle Politiche sociali.
La liberazione dal nazi-fascismo è passata anche attraverso i libri. E a Città di Castello, città dell'Umbria e importante polo tipografico ed editoriale a livello nazionale, è passata attraverso due pubblicazioni che, con la voglia di “riderci sopra”, hanno decretato la fine di quella paura e reverenza forzata al regime, che obbligava anche gli editori (come tutti) all’autocensura e, se non proprio all’omologazione al credo mussoliniano, all’astensione dalla critica aperta. Nel mezzanino sopra la libreria Paci di Città di Castello, piccolo luogo in cui continuò imperterrito lo scambio di idee e opinioni, il libraio editore Giuseppe Paci, l’Avvocato Rodolfo Palazzeschi e altri amici frequentatori ostinati del libero pensiero raccolsero in fogli e quaderni - segretamente, si può dire clandestinamente - materiale satirico sul duce e il regime: barzellette, storielle, canzoni… che poi confluirono nella pubblicazione, subito dopo la caduta del fascismo e la fine della guerra, de “IL BARZELLETTIERE, RACCOLTA COMPLETA DI BARZELLETTE DELL’ERA FASCISTA” e de “LA ROMANTICA AVVENTURA DEL PELATO”
Il progetto STORIE DI LIBRI, LIBERAZIONE, LIBERTA’ vuole raccontare, attraverso la specifica vicenda di queste pubblicazioni e dei suoi protagonisti, i fatti della storia in quel momento cruciale di liberazione da un regime opprimente e liberticida, che ha interessato il territorio altotiberino a fine 1944 e quello nazionale l’anno successivo. Gli strumenti del racconto saranno: - Una mostra, una conferenza spettacolo e la ristampa anastatica dei due libri in unico volume double-face, per la quale si ricorre al crowdfunding attraverso la piattaforma di EPPELA.
La digitalizzazione delle due pubblicazioni è realizzata dal corso di Grafica e Comunicazione dell’IT Franchetti-Salviani di Città di Castello
I due libri, di grande valore storico contengono 300 barzellette sul duce e il fascismo (più in appendice altri testi satirici) e un romanzo farsa sulla vita sentimentale del duce, tratto dalle cronache rosa dell'epoca.
STORIE DI LIBRI, LIBERAZIONE, LIBERTA’ è in collaborazione con Comune di Città di Castello, ANPI, sezione di Città di Castello, Istituto di storia politica e sociale “V. GABRIOTTI”, MUA (Musei Umbria Alto Tevere ), Biblioteca Carducci, MEDEM A.P.S. e vuole celebrare gli 80 anni dalla liberazione di Città di Castello dal nazi-fascismo ricordando, con queste due opere editoriali, anche quelle azioni che pur in forma disarmata, e senza spargimento di sangue, contribuirono al processo di liberazione, oltre che dei corpi e dei territori, anche delle menti e degli spiriti.
Avente sede nella centralissima piazza Matteotti n. 2 a Città di Castello, l’Archivio storico della Libreria editrice Paci LA TIFERNATE e della Casa editrice IL SOLCO raccoglie la documentazione riguardante due interessanti realtà editoriali tifernati del 1900: la libreria editrice Paci LA TIFERNATE (fondata da Giuseppe Paci nel 1926) e la Casa editrice IL SOLCO (fondata nel 1921).
La ricca documentazione (comprendente opere a stampa, bozzetti, disegni, corrispondenza, matrici tipografiche, contabilità, documentazione societaria…) racconta di una storia passata, ma viva e di una intraprendenza e passione che, pur con pochi mezzi economici, hanno saputo creare dei veri capolavori editoriali ed essere un dinamico riferimento culturale per la città in un periodo difficile quale quello della seconda guerra mondiale e del dopoguerra.
Inventariato da Antonella Lignani ed Enrico Paci nel 2012, l’archivio è stato dichiarato nel 2016 di “notevole interesse storico” da parte della Soprintendenza archivistica per l’Umbria. Nel 2023 è stato inserito nella Rete Interattiva Museale dell’Alto Tevere e tra i luoghi culturali della Regione Umbria.
Sostieni "L’Europeista", lo spazio di discussione e iniziativa di chi crede che un’Europa unita, libera e forte sia il miglior futuro possibile per l’Italia e i suoi cittadini.
"L’Europeista" vuol dare voce a chi crede che un'Europa unita e forte rappresenti il miglior destino possibile per l’Italia e i suoi cittadini.
1️⃣ L’Europeista è un giornale? No, è un uno spazio media e culturale variegato: articoli, video, infografiche, eventi fisici e online.
2️⃣ Chi c’è dietro? Non Soros, sennò non vi chiederemmo soldi (quando arriverà Soros, smetteremo di chiederveli). Il direttore responsabile è Piercamillo Falasca, mentre Filippo Rossi è direttore editoriale; stiamo poi componendo la redazione. Alle spalle de L’Europeista ci sarà un’associazione “militante” di europeiste ed europeisti convinti, chiamata Europafutura. Se vuoi aderire, scrivi a iscrizioni@europafutura.eu con i tuoi dati e un recapito telefonico, ti ricontatteremo entro pochi giorni.
3️⃣ A cosa servono i soldi? Non a pagare Pier e Filippo, che condurranno questa attività gratuitamente, ma la piccola e giovane redazione, le spese tecniche, gli eventi fisici e in prospettiva le analisi e i contenuti più approfonditi, la promozione di campagne e azioni concrete.
4️⃣ Ma c’era bisogno de L’Europeista?
La missione de L’Europeista è sensibilizzare i cittadini sull'importanza dell'Unione Europea, promuovendo una narrazione europeista moderna e pragmatica, capace di rispondere alle sfide globali come il declino demografico, l'innovazione tecnologica, il cambiamento climatico, la difesa comune e la gestione delle migrazioni. Il progetto mira a creare una piattaforma di idee che connetta istituzioni, cittadini e giovani europeisti attraverso contenuti di qualità e dibattiti costruttivi.
5️⃣ Anche un piccolo contributo può fare la differenza. Con il tuo aiuto, "L’Europeista" diventerà un luogo e uno strumento di informazione e di dibattito per chi crede nel sogno europeo e vuole renderlo una realtà sempre più solida.
Grazie!