"Mi Chiamo Rachel Corrie"
Creatività

Di cosa si tratta

"Mi Chiamo Rachel Corrie" è il titolo di un testo teatrale curato da Alan Rickman tratto dai diari di Rachel Corrie.

Sapete chi è Rachel?

Rachel è una ragazza americana, di Olympia, Washington, che nel 2003 decise di unirsi all'ISM: International Solidarity Movement, movimento palestinese impegnato a resistere all’occupazione israeliana usando i metodi e i principi dell’azione-diretta non violenta.

Poco tempo dopo il suo arrivo a Gaza, Rachel venne brutalmente uccisa da un bulldozer israeliano mentre cercava di difendere la casa di un medico palestinese usando il suo corpo come uno scudo umano. La sua vita venne stroncata a soli 23 anni.

Sapete chi sono io?

Io sono Maria Laura e faccio l'attrice, mi sono diplomata all'Accademia D'Arte Drammatica Silvio D'Amico nel 2006 e da allora giro l'Italia in tournèe con due compagnie: Siciliateatro di Sebastiano Lo Monaco, e Teatro La Pergola di Gabriele Lavia.

Questo è il mio primo progetto indipendente, il primo in cui sarò in scena da sola, il primo che nasce da una mia idea e da un mio desiderio.

Sapete cosa vogliamo fare io e Rachel?

Vogliamo idealmente incontrarci sul palcoscenico per raccontare la sua storia: perché il conflitto israelo-palestinese è ancora di grande attualità, perché quel muro che lei aveva iniziato a veder costruire oggi si staglia alto e deciso per 730 km a rappresentare sempre piu’ l’impossibilità del dialogo tra due popolazioni, e perché ancora c’è bisogno di persone come lei, che abbiano il coraggio di toccare con mano la realtà, accompagnati dalla paura e dalla solitudine, ma presenti dove ce n’è bisogno, ognuno col suo modo.

Come verranno utilizzati i fondi

I fondi verranno utilizzati per la realizzazione e comunicazione dello spettacolo.

Penso che sia giusto e importante remunerare tutte le persone che collaboreranno con me: regista, scenografa, costumista, tecnico audio e luci. In questo periodo molti propongono lavori non pagati, io invece ritengo sia doveroso e onesto farlo proprio a testimonianza del fatto che si sta lavorando, insieme, per un progetto comune a cui tutti teniamo, ma che vuole essere un lavoro di alta qualità.

I fondi verranno inoltre utilizzati per la realizzazione della scena e dei costumi, per pagare i diritti SIAE sul testo, e per il pagamento della sala prove dove allestiremo lo spettacolo.

Chi c'è dietro al progetto

Maria Laura Caselli nasce a Firenze dove si diploma in studi classici e fin da giovanissima capisce la sua passione per lo spettacolo dal vivo.

Dopo aver approfondito studi artistici quali il pianoforte e la danza approda finalmente al teatro, scoprendo in esso la sua reale inclinazione.

Si forma presso l'Accademia Nazionale D'Arte Drammatica “Silvio D'Amico” di Roma, diplomandosi nel 2006 con Lorenzo Salveti.

Da allora vive a Roma e ha lavorato in teatro con numerosi registi, incontrando in ognuno di essi uno stimolo per la sua continua ricerca e la sua necessità di formazione che non deve mancare mai nella vita di un'artista.

Da due anni lavora con la compagnia diretta da Gabriele Lavia, con la cui ha regia è gia andata in scena con "Sei personaggi in cerca d'autore" di Pirandello e "Medea" di Euripide.

Antonio Ligas (Sassari, 7 febbraio 1980) è un attore e regista sardo.

Ha cominciato a lavorare come attore a Torino, dove ha intrapreso i primi studi di recitazione con i registi Enrico Fasella e Anna Cuculo.

Dal 2004 si propone come regista mettendo in scena autori quali Shakespeare, Beckett, Genet e molti altri.

Si è laureato in Regia presso l'Accademia d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico” sotto la guida di alcuni importanti artisti italiani: Anna Marchesini, Sergio Rubini, Mario Ferrero, Lorenzo Salveti, Arturo Cirillo.

Dopo gli studi legati alla prosa, ha svolto uno stage come assistente alla regia d’Opera Lirica presso il Rossini Opera Festival (Pesaro) e uno stage presso L’Ente Concerti Marialisa de Carolis di Sassari.

Nel 2014 ha debuttato come regista d’Opera con l’Aida di Scafati in collaborazione con il Conservatorio di Napoli, l’Accademia di Belle Arti e l’Ente diritto allo studio della città partenopea.

Nel 2016 firma la regia de IL PROGRAMMA, atto unico di Davis Tagliaferro, prodotto dall’ Akròama T.L.S di Cagliari.

Antonio continua a collaborare anche come assistente per l’ Opera e la Prosa con diversi registi: Arturo Cirillo, Gabriele Lavia e attualmente con Alessio Pizzech.

Francesca Marasà è un architetto scenografo laureato presso l’università di Roma la Sapienza nel 2009.

Sin dall’età di 23 anni comincia a lavorare con piccole compagnie romane realizzando interamente le scene e seguendone l’allestimento, continuando però a studiare e a formarsi nella progettazione e realizzazione di scenografie, approfondendo lo studio dei materiali e delle nuove tecnologie applicate al teatro.

Ha progettato e realizzato scenografie per il teatro e per il cinema, affinando la propria tecnica presso i laboratori di scenografia del Teatro dell’opera di Roma.

Nell’anno 2014/2015 progetta interamente la mostra dedicata a Nino Manfredi, un percorso multimediale che celebra l’attore e la sua lunga carriera.L’approccio scenografico è fondamentale per il racconto della vita artistica di un personaggio così importante per la storia culturale italiana. Dopo questa esperienza la progettazione di percorsi museali con un approccio scenografico e artistico è la sua principale attività

PERCHE’ RACHEL CORRIE?

Il Rosso.

Se penso a Rachel Corrie il colore che mi viene in mente subito è il rosso: la sua camera dipinta con questo colore mi ricorda la casa che vorrei io, una casa in cui ogni stanza ha una parete rossa. Il rosso del fuoco che arde dentro, il rosso della sua ironia che le fa dire: “Il mio nome significa pecora, ma nella pancia ho un fuoco”.

E’ il fuoco che ci spinge a guardare sempre un metro più avanti, è il fuoco che ci fa sconfiggere la timidezza di fronte al giudizio degli altri, ed è sempre il rosso del fuoco che ci fa dire alla paura: “Va bene, vuoi stare con me? Non te ne vuoi andare? E allora ci andiamo insieme a vedere con i nostri occhi che cosa c’è all’altro estremo di tutte quelle tasse con cui finanziamo i nostri eserciti”.

Rachel è voluta andare a vedere con i suoi occhi la gente che subisce la politica estera del suo stato: gli Stati Uniti D’America.

Stato che non ha paura di criticare di fronte ai fatti che tocca con le sue mani, Stato che non manca di difendere se vi è qualcosa di buono. Uno Stato in cui vorrebbe sentirsi al sicuro. Perchè la prima regola della sua scuola elementare era : “Tutti devono sentirsi al sicuro”.

Mi sono chiesta : Che cosa faccio io per sentirmi al sicuro nel mio stato, con me stessa, nelle mie convinzioni?

Sono sempre stata pronta a criticare, a dire quanto il nostro Stato non mi faccia sentire al sicuro, quanto siamo nelle mani di persone che non vedono l’ora di abusare del loro potere, delle loro armi, ho criticato molto e ho molto propagandato contro tutto cio’che è “Stato”. E allo stesso tempo per anni mi sono detta che il teatro è rimasto uno dei pochi mezzi ancora davvero forti che possano fare riflettere e dare degli stimoli reali alle persone.

Oggi vorrei che questi due miei atteggiamenti trovassero finalmente un’integrazione...altrimenti rimarrò per sempre con l’idea di me stessa simile a quella di Rachel prima di partire per la Palestina:

“Non sono in grado di raffreddare le acque bollenti in Russia. Non posso essere Picasso. Non posso essere Gesù. Non sono in grado di salvare il pianeta con le mie sole mani.

Sono capace di lavare i piatti”.

Teatro come mezzo per raccontare una storia, quella di Rachel, che è storia di coraggio e di attenzione. Storia di paura e di affetti. Storia vera, di una ragazza che oggi avrebbe la mia età, ma che un bulldozer dell’esercito israeliano ha schiacciato brutalmente mentre cercava di difendere la casa di un medico palestinese nel 2003 a Gaza. E percio’ la sua vita si è fermata a 23 anni.

Io ne ho trentatrè e cerco come lei di mettere ordine nella mia vita attraverso la compilazione di “liste molto importanti”, con la paura che lei definisce coloratamente, di “finire in un parco pubblico, totalmente fuori di testa, a cantare Il barcarolo va controcorrente a un pubblico di tossici ciondolanti”.

Un ragazza piena di ironia e consapevolezza, con le idee confuse sul futuro, col desiderio profondo e taciuto che un genitore possa ancora dirti quale sia la strada da seguire...ma con la sensazione che ormai siamo solo noi le artefici del nostro destino.

Forse come Craig Corrie anche mio padre avrebbe voluto essere fiero della figlia di qualcun altro, e come Cindy Corrie, mia madre non avrebbe voluto altro che diventassi quella che sono diventata: scombinata, deviante, e troppo casinista.

Ecco perché a tredici anni dalla morte di Rachel penso che i suoi diari parlino ancora: non soltanto perché il conflitto israelo-palestinese è ancora di grande attualità, non soltanto perché quel muro che lei aveva iniziato a veder costruire oggi si staglia alto e deciso per 730 km a rappresentare sempre piu’ l’impossibilità del dialogo tra due popolazioni, ma perché ancora c’è bisogno di persone come lei, come Jenny, come Joe che abbiano il coraggio di toccare con mano la realtà, accompagnati dalla paura e dalla solitudine, ma presenti dove ce n’è bisogno, ognuno col suo modo.

Cara Rachel, non saresti felice di vedere oggi quanto la situazione non solo non sia cambiata, ma sia, per quanto difficile da credere, solo peggiorata.

Mi dispiace pensare a tutto ciò che avresti potuto fare per il popolo palestinese e non ti hanno permesso di fare. Oggi ci siamo noi, giovani molto capaci di rassegnarci, incapaci di scegliere dove vogliamo stare pur conoscendo bene la storia, e con poca voglia di lottare.

Io so quanto il conflitto israelo-palestinese non sia un conflitto equilibrato in quanto scontro tra un popolo quasi del tutto disarmato e la quarta potenza militare del mondo, eppure non riesco neanche a parole a difendere la loro causa.

Per questo oggi ti chiedo in prestito i tuoi diari, le tue paure e le tue conoscenze: per parlare anche io, col mio mezzo che è il teatro, a me stessa e a tutti noi, giovani del 2016, perché possiamo renderci conto della situazione privilegiata in cui viviamo, quella situazione che a te dava tanto disagio di fronte alla catastrofe che hai visto con i tuoi occhi.

Siamo simili io e te, non solo fisicamente con i nostri tratti spigolosi e le labbra sottili. Ci somigliamo perchè io come te vorrei avere terra nuda da rivoltare e rivoltare, per avere la sensazione di stare facendo davvero qualcosa con le mie mani, ringrazio il cielo che i miei fratelli abbiano scelto dei lavori con uno stipendio fisso e ballo con i calzini e le gonne attillate davanti allo specchio.

Perchè questo forse ci fa sentire vive, ci fa dare voce al corpo, ci fa vedere quello che siamo: donne che pensano di avere autocontrollo e poi perdono la testa di fronte agli ex fidanzati, donne che stanno facendo un percorso per imparare a non giudicare secondo le categorie di giusto o sbagliato. Donne che vogliono vedere con i propri occhi, e piangere di fronte all’alba più meravigliosa che abbiano mai visto, perché nonostante quella si sentono sempre alla ricerca...sempre alla ricerca…

“A me è permesso vedere il mare”.

Così ha detto Rachel Corrie dopo poche settimane in Palestina.

Quante volte queste parole sono risuonate nella mia voce di attrice grazie al personaggio di Marta, protagonista del Malinteso, di Albert Camus, parole di una donna incastrata nella sua vita, nelle sue relazioni, nei suoi doveri, che aveva un solo desiderio: quello di vedere il mare.

Non lo vedrà mai Marta il mare, rimarrà incastrata sempre più nello squallore di una vita non vissuta.

Rachel grazie al suo percorso seppur breve ha capito una cosa a cui tutti noi dovremmo arrivare: che se moriamo alle nove di questa sera o a novantasette anni deve interessare solo a una persona: a noi stessi.

Sapeva bene Rachel che se avesse deciso di tornare a casa non ci sarebbe stato niente di male, come le disse sua madre in una e-mail dolce e partecipe, ma come tutti gli esseri umani era riuscita a sentirsi a casa anche in mezzo alla confusione di coperte della casa di una famiglia palestinese guardando tutti insieme i cartoni animati sulla tv via cavo.

Tutti abbiamo bisogno di sentirci a casa da qualche parte, e Rachel ci era riuscita anche in una terra martoriata e distrutta, ma dove le persone hanno ancora voglia di salvare la loro umanità contro “l’incredibile orrore che c’è nelle loro vite e contro la presenza costante della morte”.

E noi, dove ci sentiamo a casa?

Questo vorrei che ci desse come spunto la messa in scena di questi diari.

Dove ci sentiamo di essere al nostro posto? Dove la vita e le esperienze ci stanno indicando di andare?

Vorrei riaprire quella ferita che ci faccia vedere quanto orrore siamo disposti ad accettare nel mondo.Vorrei che fossimo almeno un poco più consapevoli di quanto anche noi ne siamo partecipi. Vorrei che Rachel non venisse dimenticata, per cercare, ovunque sia, di addolcire il suo cuore che stava iniziando a mettere in dubbio la fiducia nella bontà della natura umana che aveva sempre avuto.

Aggiornamenti (4)
16 June 2016

TRAGUARDO RAGGIUNTO

A tredici giorni dalla fine del crowdfunding abbiamo raggiunto e superato il traguardo!

Sono molto felice,

un grazie ancora a tutti voi.

Potrò ringraziarvi personalmente solo alla fine, quando il sito mi darà i vostri nomi, per adesso posso solo intuirlo dai vostri nickname.

Un abbraccio

Maria Laura

Leggi tutto
13 June 2016

Abbiamo superato i 3000!

Eccoci qua, siamo a più di tremila euro e mancano ancora 15 giorni, sono molto contenta.

Grazie a tutti voi e presto vi darò notizie sul raggiungimento del traguardo.

Maria Laura

06 June 2016

Andiamo avanti!

Mancano 23 giorni alla fine del crowdfunding e devo dire che le cose vanno bene!

Siamo a buon punto nella raccolta fondi e inoltre la notizia di questo progetto è girata molto, mi hanno contattato giornali e associazioni interessate a fare articoli e a promuovere l'iniziativa.

Grazie a voi che mi avete sostenuta finora....spero di arrivare al traguardo e oltre...vi tengo aggiornati!

Maria Laura

24 May 2016

Grazie a chi mi sostiene fin dall'inizio

Il crowdfunding è partito e sono molto contenta, ringrazio tutti voi che mi state sostenendo.

Solo alla fine del progetto riceverò i nomi di chi ha dato il suo contributo, quindi attualmente non posso ringraziare personalmente chi ha usato un nickname non sapendo chi sia!

In ogni caso grazie grazie e speriamo di farcela...siamo a buon punto!


Maria Laura

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Marco Diotallevi
20 € - 8 anni fa
Eleonora Mancini
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Luisa Santacesaria
50 € - 8 anni fa

Di cosa si tratta

"Mi Chiamo Rachel Corrie" è il titolo di un testo teatrale curato da Alan Rickman tratto dai diari di Rachel Corrie.

Sapete chi è Rachel?

Rachel è una ragazza americana, di Olympia, Washington, che nel 2003 decise di unirsi all'ISM: International Solidarity Movement, movimento palestinese impegnato a resistere all’occupazione israeliana usando i metodi e i principi dell’azione-diretta non violenta.

Poco tempo dopo il suo arrivo a Gaza, Rachel venne brutalmente uccisa da un bulldozer israeliano mentre cercava di difendere la casa di un medico palestinese usando il suo corpo come uno scudo umano. La sua vita venne stroncata a soli 23 anni.

Sapete chi sono io?

Io sono Maria Laura e faccio l'attrice, mi sono diplomata all'Accademia D'Arte Drammatica Silvio D'Amico nel 2006 e da allora giro l'Italia in tournèe con due compagnie: Siciliateatro di Sebastiano Lo Monaco, e Teatro La Pergola di Gabriele Lavia.

Questo è il mio primo progetto indipendente, il primo in cui sarò in scena da sola, il primo che nasce da una mia idea e da un mio desiderio.

Sapete cosa vogliamo fare io e Rachel?

Vogliamo idealmente incontrarci sul palcoscenico per raccontare la sua storia: perché il conflitto israelo-palestinese è ancora di grande attualità, perché quel muro che lei aveva iniziato a veder costruire oggi si staglia alto e deciso per 730 km a rappresentare sempre piu’ l’impossibilità del dialogo tra due popolazioni, e perché ancora c’è bisogno di persone come lei, che abbiano il coraggio di toccare con mano la realtà, accompagnati dalla paura e dalla solitudine, ma presenti dove ce n’è bisogno, ognuno col suo modo.

Come verranno utilizzati i fondi

I fondi verranno utilizzati per la realizzazione e comunicazione dello spettacolo.

Penso che sia giusto e importante remunerare tutte le persone che collaboreranno con me: regista, scenografa, costumista, tecnico audio e luci. In questo periodo molti propongono lavori non pagati, io invece ritengo sia doveroso e onesto farlo proprio a testimonianza del fatto che si sta lavorando, insieme, per un progetto comune a cui tutti teniamo, ma che vuole essere un lavoro di alta qualità.

I fondi verranno inoltre utilizzati per la realizzazione della scena e dei costumi, per pagare i diritti SIAE sul testo, e per il pagamento della sala prove dove allestiremo lo spettacolo.

Chi c'è dietro al progetto

Maria Laura Caselli nasce a Firenze dove si diploma in studi classici e fin da giovanissima capisce la sua passione per lo spettacolo dal vivo.

Dopo aver approfondito studi artistici quali il pianoforte e la danza approda finalmente al teatro, scoprendo in esso la sua reale inclinazione.

Si forma presso l'Accademia Nazionale D'Arte Drammatica “Silvio D'Amico” di Roma, diplomandosi nel 2006 con Lorenzo Salveti.

Da allora vive a Roma e ha lavorato in teatro con numerosi registi, incontrando in ognuno di essi uno stimolo per la sua continua ricerca e la sua necessità di formazione che non deve mancare mai nella vita di un'artista.

Da due anni lavora con la compagnia diretta da Gabriele Lavia, con la cui ha regia è gia andata in scena con "Sei personaggi in cerca d'autore" di Pirandello e "Medea" di Euripide.

Antonio Ligas (Sassari, 7 febbraio 1980) è un attore e regista sardo.

Ha cominciato a lavorare come attore a Torino, dove ha intrapreso i primi studi di recitazione con i registi Enrico Fasella e Anna Cuculo.

Dal 2004 si propone come regista mettendo in scena autori quali Shakespeare, Beckett, Genet e molti altri.

Si è laureato in Regia presso l'Accademia d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico” sotto la guida di alcuni importanti artisti italiani: Anna Marchesini, Sergio Rubini, Mario Ferrero, Lorenzo Salveti, Arturo Cirillo.

Dopo gli studi legati alla prosa, ha svolto uno stage come assistente alla regia d’Opera Lirica presso il Rossini Opera Festival (Pesaro) e uno stage presso L’Ente Concerti Marialisa de Carolis di Sassari.

Nel 2014 ha debuttato come regista d’Opera con l’Aida di Scafati in collaborazione con il Conservatorio di Napoli, l’Accademia di Belle Arti e l’Ente diritto allo studio della città partenopea.

Nel 2016 firma la regia de IL PROGRAMMA, atto unico di Davis Tagliaferro, prodotto dall’ Akròama T.L.S di Cagliari.

Antonio continua a collaborare anche come assistente per l’ Opera e la Prosa con diversi registi: Arturo Cirillo, Gabriele Lavia e attualmente con Alessio Pizzech.

Francesca Marasà è un architetto scenografo laureato presso l’università di Roma la Sapienza nel 2009.

Sin dall’età di 23 anni comincia a lavorare con piccole compagnie romane realizzando interamente le scene e seguendone l’allestimento, continuando però a studiare e a formarsi nella progettazione e realizzazione di scenografie, approfondendo lo studio dei materiali e delle nuove tecnologie applicate al teatro.

Ha progettato e realizzato scenografie per il teatro e per il cinema, affinando la propria tecnica presso i laboratori di scenografia del Teatro dell’opera di Roma.

Nell’anno 2014/2015 progetta interamente la mostra dedicata a Nino Manfredi, un percorso multimediale che celebra l’attore e la sua lunga carriera.L’approccio scenografico è fondamentale per il racconto della vita artistica di un personaggio così importante per la storia culturale italiana. Dopo questa esperienza la progettazione di percorsi museali con un approccio scenografico e artistico è la sua principale attività

PERCHE’ RACHEL CORRIE?

Il Rosso.

Se penso a Rachel Corrie il colore che mi viene in mente subito è il rosso: la sua camera dipinta con questo colore mi ricorda la casa che vorrei io, una casa in cui ogni stanza ha una parete rossa. Il rosso del fuoco che arde dentro, il rosso della sua ironia che le fa dire: “Il mio nome significa pecora, ma nella pancia ho un fuoco”.

E’ il fuoco che ci spinge a guardare sempre un metro più avanti, è il fuoco che ci fa sconfiggere la timidezza di fronte al giudizio degli altri, ed è sempre il rosso del fuoco che ci fa dire alla paura: “Va bene, vuoi stare con me? Non te ne vuoi andare? E allora ci andiamo insieme a vedere con i nostri occhi che cosa c’è all’altro estremo di tutte quelle tasse con cui finanziamo i nostri eserciti”.

Rachel è voluta andare a vedere con i suoi occhi la gente che subisce la politica estera del suo stato: gli Stati Uniti D’America.

Stato che non ha paura di criticare di fronte ai fatti che tocca con le sue mani, Stato che non manca di difendere se vi è qualcosa di buono. Uno Stato in cui vorrebbe sentirsi al sicuro. Perchè la prima regola della sua scuola elementare era : “Tutti devono sentirsi al sicuro”.

Mi sono chiesta : Che cosa faccio io per sentirmi al sicuro nel mio stato, con me stessa, nelle mie convinzioni?

Sono sempre stata pronta a criticare, a dire quanto il nostro Stato non mi faccia sentire al sicuro, quanto siamo nelle mani di persone che non vedono l’ora di abusare del loro potere, delle loro armi, ho criticato molto e ho molto propagandato contro tutto cio’che è “Stato”. E allo stesso tempo per anni mi sono detta che il teatro è rimasto uno dei pochi mezzi ancora davvero forti che possano fare riflettere e dare degli stimoli reali alle persone.

Oggi vorrei che questi due miei atteggiamenti trovassero finalmente un’integrazione...altrimenti rimarrò per sempre con l’idea di me stessa simile a quella di Rachel prima di partire per la Palestina:

“Non sono in grado di raffreddare le acque bollenti in Russia. Non posso essere Picasso. Non posso essere Gesù. Non sono in grado di salvare il pianeta con le mie sole mani.

Sono capace di lavare i piatti”.

Teatro come mezzo per raccontare una storia, quella di Rachel, che è storia di coraggio e di attenzione. Storia di paura e di affetti. Storia vera, di una ragazza che oggi avrebbe la mia età, ma che un bulldozer dell’esercito israeliano ha schiacciato brutalmente mentre cercava di difendere la casa di un medico palestinese nel 2003 a Gaza. E percio’ la sua vita si è fermata a 23 anni.

Io ne ho trentatrè e cerco come lei di mettere ordine nella mia vita attraverso la compilazione di “liste molto importanti”, con la paura che lei definisce coloratamente, di “finire in un parco pubblico, totalmente fuori di testa, a cantare Il barcarolo va controcorrente a un pubblico di tossici ciondolanti”.

Un ragazza piena di ironia e consapevolezza, con le idee confuse sul futuro, col desiderio profondo e taciuto che un genitore possa ancora dirti quale sia la strada da seguire...ma con la sensazione che ormai siamo solo noi le artefici del nostro destino.

Forse come Craig Corrie anche mio padre avrebbe voluto essere fiero della figlia di qualcun altro, e come Cindy Corrie, mia madre non avrebbe voluto altro che diventassi quella che sono diventata: scombinata, deviante, e troppo casinista.

Ecco perché a tredici anni dalla morte di Rachel penso che i suoi diari parlino ancora: non soltanto perché il conflitto israelo-palestinese è ancora di grande attualità, non soltanto perché quel muro che lei aveva iniziato a veder costruire oggi si staglia alto e deciso per 730 km a rappresentare sempre piu’ l’impossibilità del dialogo tra due popolazioni, ma perché ancora c’è bisogno di persone come lei, come Jenny, come Joe che abbiano il coraggio di toccare con mano la realtà, accompagnati dalla paura e dalla solitudine, ma presenti dove ce n’è bisogno, ognuno col suo modo.

Cara Rachel, non saresti felice di vedere oggi quanto la situazione non solo non sia cambiata, ma sia, per quanto difficile da credere, solo peggiorata.

Mi dispiace pensare a tutto ciò che avresti potuto fare per il popolo palestinese e non ti hanno permesso di fare. Oggi ci siamo noi, giovani molto capaci di rassegnarci, incapaci di scegliere dove vogliamo stare pur conoscendo bene la storia, e con poca voglia di lottare.

Io so quanto il conflitto israelo-palestinese non sia un conflitto equilibrato in quanto scontro tra un popolo quasi del tutto disarmato e la quarta potenza militare del mondo, eppure non riesco neanche a parole a difendere la loro causa.

Per questo oggi ti chiedo in prestito i tuoi diari, le tue paure e le tue conoscenze: per parlare anche io, col mio mezzo che è il teatro, a me stessa e a tutti noi, giovani del 2016, perché possiamo renderci conto della situazione privilegiata in cui viviamo, quella situazione che a te dava tanto disagio di fronte alla catastrofe che hai visto con i tuoi occhi.

Siamo simili io e te, non solo fisicamente con i nostri tratti spigolosi e le labbra sottili. Ci somigliamo perchè io come te vorrei avere terra nuda da rivoltare e rivoltare, per avere la sensazione di stare facendo davvero qualcosa con le mie mani, ringrazio il cielo che i miei fratelli abbiano scelto dei lavori con uno stipendio fisso e ballo con i calzini e le gonne attillate davanti allo specchio.

Perchè questo forse ci fa sentire vive, ci fa dare voce al corpo, ci fa vedere quello che siamo: donne che pensano di avere autocontrollo e poi perdono la testa di fronte agli ex fidanzati, donne che stanno facendo un percorso per imparare a non giudicare secondo le categorie di giusto o sbagliato. Donne che vogliono vedere con i propri occhi, e piangere di fronte all’alba più meravigliosa che abbiano mai visto, perché nonostante quella si sentono sempre alla ricerca...sempre alla ricerca…

“A me è permesso vedere il mare”.

Così ha detto Rachel Corrie dopo poche settimane in Palestina.

Quante volte queste parole sono risuonate nella mia voce di attrice grazie al personaggio di Marta, protagonista del Malinteso, di Albert Camus, parole di una donna incastrata nella sua vita, nelle sue relazioni, nei suoi doveri, che aveva un solo desiderio: quello di vedere il mare.

Non lo vedrà mai Marta il mare, rimarrà incastrata sempre più nello squallore di una vita non vissuta.

Rachel grazie al suo percorso seppur breve ha capito una cosa a cui tutti noi dovremmo arrivare: che se moriamo alle nove di questa sera o a novantasette anni deve interessare solo a una persona: a noi stessi.

Sapeva bene Rachel che se avesse deciso di tornare a casa non ci sarebbe stato niente di male, come le disse sua madre in una e-mail dolce e partecipe, ma come tutti gli esseri umani era riuscita a sentirsi a casa anche in mezzo alla confusione di coperte della casa di una famiglia palestinese guardando tutti insieme i cartoni animati sulla tv via cavo.

Tutti abbiamo bisogno di sentirci a casa da qualche parte, e Rachel ci era riuscita anche in una terra martoriata e distrutta, ma dove le persone hanno ancora voglia di salvare la loro umanità contro “l’incredibile orrore che c’è nelle loro vite e contro la presenza costante della morte”.

E noi, dove ci sentiamo a casa?

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10€ o più

Riceverai una mail di ringraziamento e la locandina autografata dello spettacolo.

20€ o più

Un ingresso allo spettacolo, potrai partecipare alle repliche di Roma oppure aspettare che lo spettacolo arrivi nella tua città. La sera dello spettacolo potrai venire a visitare il backstage!

30€ o più

Ingresso per due persone allo spettacolo a Roma o nella città che preferisci. La sera dello spettacolo potrete venire a visitare il backstage!

50€ o più

Riceverai una locandina a tiratura limitata con ringraziamento dell'attrice e del regista + 2 ingressi allo spettacolo a Roma o nella città che preferisci.

100€ o più

2 ingressi allo spettacolo a Roma o nella città che preferisci e in quella serata ti verrà consegnato un copione autografato.

100€ o più

2 ingressi allo spettacolo a Roma o nella città che preferisci e in quella serata ti verrà regalata una t-shirt esclusiva dello spettacolo.

300€ o più

Diventa uno sponsor del progetto! Il nome e il logo della tua attività verranno stampati su tutto il materiale promozionale con ringraziamenti creati ad hoc! Se invece sei un privato il tuo nome verrà scritto sul materiale promozionale a titolo di ringraziamento e alla prima replica che faremo nella tua città ti offriremo un aperitivo di chiacchiere con tutto il cast. Durante questa serata avrai l'occasione di assistere ad un monologo creato apposta per te!

Creatività
Aggiornamenti (4)
16 June 2016

TRAGUARDO RAGGIUNTO

A tredici giorni dalla fine del crowdfunding abbiamo raggiunto e superato il traguardo!

Sono molto felice,

un grazie ancora a tutti voi.

Potrò ringraziarvi personalmente solo alla fine, quando il sito mi darà i vostri nomi, per adesso posso solo intuirlo dai vostri nickname.

Un abbraccio

Maria Laura

13 June 2016

Abbiamo superato i 3000!

Eccoci qua, siamo a più di tremila euro e mancano ancora 15 giorni, sono molto contenta.

Grazie a tutti voi e presto vi darò notizie sul raggiungimento del traguardo.

Maria Laura

06 June 2016

Andiamo avanti!

Mancano 23 giorni alla fine del crowdfunding e devo dire che le cose vanno bene!

Siamo a buon punto nella raccolta fondi e inoltre la notizia di questo progetto è girata molto, mi hanno contattato giornali e associazioni interessate a fare articoli e a promuovere l'iniziativa.

Grazie a voi che mi avete sostenuta finora....spero di arrivare al traguardo e oltre...vi tengo aggiornati!

Maria Laura

24 May 2016

Grazie a chi mi sostiene fin dall'inizio

Il crowdfunding è partito e sono molto contenta, ringrazio tutti voi che mi state sostenendo.

Solo alla fine del progetto riceverò i nomi di chi ha dato il suo contributo, quindi attualmente non posso ringraziare personalmente chi ha usato un nickname non sapendo chi sia!

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Maria Laura

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PERCHÉ abbiamo bisogno di voi

Progetto CANTIERE ha l’ambizione di creare uno spazio di visibilità degno, un luogo che abbia una sua dimensione e la forza di richiamare esperti e curiosi e sappia destare l’interesse degli operatori del settore. Un festival davvero aperto a tutte e tutti, sia per linguaggio, che per luoghi e costi (il festival è gratuito).
Per far tutto ciò è necessario utilizzare spazi adeguati, produrre materiale promozionale e un giusto supporto comunicativo, garantire agli artisti, artiste e compagnie - seppur emergenti - lo stesso trattamento delle compagnie professionali già conosciute, supportandoli come meritano (contributi, spese di viaggio, ospitalità). 

Quindi oltre al supporto dei partner promotori, che offrono la loro collaborazione mettendo a disposizione le proprie competenze e risorse in fase di progetto per la realizzazione degli spettacoli, è necessaria anche l’attenzione e il sostegno di istituzioni e sponsor

MA NON BASTA!

Noi crediamo che tutti possano partecipare alla realizzazione di questo progetto CON UN PICCOLO GRANDE GESTO. Crediamo che il sostegno “dal basso” sia un contributo fondamentale, un impegno umano e artistico. In  questo modo la donazione non sarà solo mero supporto economico, ma il contributo consapevole di “visionari” che credono come noi nella cultura e soprattutto nella crescita professionale.

Attraverso le donazioni sappiamo di poter incontrare e conoscere altri visionari che come noi credono che sia importante investire sul futuro di questa meravigliosa arte che è il Teatro di Figura. 

Insieme possiamo sognare un futuro comune e aiutare chi, questo futuro, lavora per realizzarlo.
 

Alla ricerca di VISIONARI

I visionari - come li chiamiamo noi - non sono semplici donatori ma coloro che manifestano una presenza concreta e che speriamo costante. Sono il pubblico attivo che esige qualità, competenza e cambiamenti e che investe, come noi , perché questo si realizzi.

Insomma i Visionari ci sono e ci credono!

L’anno scorso sono stati fondamentali nella realizzazione del primo festival ufficiale di Progetto CANTIERE, che ha superato ogni aspettativa. 

Quest’anno saranno indispensabili per proseguire quest’avventura con la consapevolezza che stiamo lavorando nella direzione giusta.

 

Come usiamo i FONDI

I fondi raccolti verranno utilizzati da Progetto CANTIERE a sostegno degli artisti e delle artiste garantendo loro una scrittura o cachet per la realizzazione dello spettacolo, ospitalità e supporto alle spese di viaggio, esattamente come accade alle compagnie professioniste.

E non solo.

I fondi raccolti serviranno anche per creare e diffondere materiale promozionale e per avere un supporto comunicativo in grado di far conoscere il progetto e i suoi esiti in Italia e all’estero. 

 

PROGETTO CANTIERE in sintesi

Progetto CANTIERE è un percorso di accompagnamento alla produzione e di supporto alla distribuzione rivolto ad artisti e compagnie di recente formazione o impegnate in nuovi percorsi di ricerca, che si affacciano al Teatro di Figura utilizzandolo come loro linguaggio principale.

Si propone di inserire nel circuito teatrale, ed in particolare in quello del teatro di figura, nuovi artisti con l’obiettivo di creare un passaggio culturale tra le compagnie storiche del Teatro di Figura italiano e le nuove generazioni dando loro un aiuto completo offrendo supporto logistico, operativo  e visibilità.

Progetto CANTIERE è nato dall’incontro di alcune realtà artistiche operanti sul territorio nazionale e internazionale che insieme hanno deciso di puntare sul futuro del teatro di figura, genere teatrale che all’estero è già estremamente prolifico e innovativo. 

Il mondo del teatro di Figura fatto di burattini, marionette, ombre e oggetti è in grado di parlare di temi di attualità utilizzando un linguaggio visionario e immaginifico, lieve e potente allo stesso tempo.                                                              

Chi c’è DIETRO al progetto 

La Compagnia Controluce Teatro d’Ombre in collaborazione con il festival INCANTI - Rassegna Internazionale di Teatro di Figura, promotrice del progetto. Sotto la direzione artistica di Alberto Jona e la direzione organizzativa di Marzia Scala, Controluce si propone come obiettivo la diffusione e promozione del Teatro di Figura in Piemonte e in Italia attraverso produzioni e il festival Incanti che porta il meglio del teatro di figura internazionale che fa della ricerca, della sperimentazione e innovazione il suo linguaggio prediletto e dove musica, poesia e arti visive si incrociano con fantasia e originalità. A differenza di quanto spesso si crede, il teatro di figura non è un genere riservato solo ai più piccoli ma si rivolge ad un pubblico tout court ed è in grado di toccare temi di scottante attualità.

 

Controluce, in collaborazione con altre realtà nazionali ed internazionali, ha sentito l’esigenza di investire sulla diffusione e conoscenza di questo genere e sul ricambio generazionale.  

Cinque i partner di progetto, tra le realtà di teatro di figura più importanti a livello nazionale, ed una internazionale: CTA - Centro Teatro Animazione e Figure/Alpe Adria Puppet Festival di Gorizia, Micro Macro/Insolito festival di Parma, Teatro del Drago/Festival Internazionale dei Burattini e delle Figure Arrivano dal Mare di Ravenna, Is Mascareddas/ANIMA IF Festival Internaizonale di Teatro di Figura di Cagliari, La Tartana Teatro/Pendientes de un Hilo di Madrid

87%
-5 Giorni

Per maggiori informazioni contattaci al nostro indirizzo privacy@eppela.com
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Se ci sei noi partiamo

Cominciamo con le presentazioni

Siamo la Casa Verde, sorgiamo in una delle più belle località della Toscana, una collina verde che si inoltra a sprone nella Valle dell’Arno con a fronte la cerchia dell’Appennino.
Siamo un centro di assistenza e riabilitazione polifunzionale e facciamo parte della Fondazione Stella Maris-Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico.

Al nostro interno esistono diverse realtà:
• 22 posti di degenza in RSD,
• 6 posti di degenza in RI – Riabilitazione Intensiva-,
• 8 posti in diurno RI,
• 20 posti presso il Nuovo Centro Diurno per adolescenti con patologia psichiatrica.


L’intervento riabilitativo-abilitativo-sociale che offriamo è condotto in stretta intesa con l’USL del territorio di provenienza dei pazienti, anche in vista del vasto problema del reinserimento sociale dei giovani assistiti. Ci configuriamo quindi come una “struttura intermedia” che ospita per un periodo determinato e poi, sempre di concerto con i servizi del territorio inviante, elaboriamo progetti per il reinserimento in famiglia o per inserimenti alternativi.
Uno degli aspetti fondamentali della presa in carico riabilitativa dei pazienti è la capacità di acquisire, recuperare e mantenere, le abilità sociali. Si parte da esposizioni graduali agli stimoli sociali in attività protette e interne ma svolte in gruppo, fino a sperimentare i singoli pazienti in attività di gruppo a loro consone per esposizione a stimoli e richieste di performance, ma eseguite all’esterno della struttura.


Questo ci aiuta a lavorare principalmente su:
• Capacità di tollerare e gestire la frustrazione data dagli stimoli esterni non controllabili e imprevedibili,
• Rispetto delle regole sociali,
• Ampliamento della sensazione di autoefficacia e abbassamento dell’ansia,
• Autonomie personali,
• Riduzione dell’isolamento socio-familiare,
• Migliorare la qualità della vita del paziente e della sua famiglia.

Le attività esterne attivate e attivabili a breve sono:
• Piscina,
• Atletica,
• Teatro,
• Trekking lungo la Via Francigena,
• Scuola,
• Gite giornaliere strutturate,
• Spesa settimanale,
• Villeggiatura settimanale al mare e in montagna,
• Partecipazione a feste e iniziative sul territorio.

È il momento di unire le forze: la nostra raccolta fondi “Se ci sei noi partiamo”

Negli anni, siamo riusciti a mantenere questi impegni grazie all’aiuto di alcune associazioni territoriali, al contributo del Gruppo Volontari di Casa Verde e ai nostri due pulmini.
Oggi ci troviamo in difficoltà perché siamo rimasti con un solo pulmino con il quale non riusciamo a fare fronte alle numerose e diversificate richieste e necessità di uscite per attività esterne. 
Il nostro obiettivo, grazie anche al vostro contributo, è quindi quello di implementare i mezzi di trasporto di Casa Verde per permettere ai ragazzi di uscire e fare esperienze guidate nel mondo con il nostro aiuto.
Nello specifico, se raggiungeremo insieme l'obiettivo di 40.000€, potremo acquistare un nuovo pulmino. 

Come contribuire

Puoi contribuire alla campagna tramite le seguenti modalità:

  • donando direttamente su questa pagina cliccando sul pulsante “Contribuisci
  • tramite bonifico bancario al conto corrente dedicato - IT45Y0623014002000043228314 - intestato a IRCCS FONDAZIONE STELLA MARIS indicando nella causale: erogazione liberale per campagna di crowdfunding “Se ci sei noi partiamo” in corso su Eppela.
76%
-12 Giorni
Salute e benessereRidurre le disuguaglianzePace, giustizia e istituzioni solide
Progetto speciale
Antiche Radici: Sostieni l'agricoltura contadina

Antiche Radici siamo Gabriele, Rozeta e il Piccolo Gioele. Dal 2015 abbiamo creato la nostra piccola azienda agricola a Polverigi dove produciamo ortaggi, miele, tisane e altri prodotti trasformati di altissima qualità con metodi naturali.

Abbiamo un piccolo apiario, un piccolo oliveto, un forno a legna, e conduciamo una vita molto semplice basata sull’autoproduzione, rispettando tutti gli esseri viventi e preservando la terra stessa. Vendiamo i nostri prodotti direttamente in azienda e presso i mercati locali a Km0. Organizziamo attività didattiche  e corsi perché crediamo che un mondo migliore sia possibile e che questa rivoluzione debba partire dal basso.

Purtroppo, il contratto di affitto non verrà più rinnovato e l’unico modo per continuare a proseguire questo sogno sarebbe quello di comprare la terra che noi già coltiviamo da dieci anni e il luogo in cui abitiamo.

Vorremmo continuare a resistere ed esistere. Non chiediamo un aiuto economico per noi stessi, ma per fare nostro il luogo dove continuare a crescere, trasmettere i saperi, praticare uno stile di vita alternativo e sostenibile che preserva l’ambiente e le persone che vorranno supportarci. È importante per noi che voi condividiate il progetto perché solo attraverso le vostre donazioni sarà possibile continuare questa avventura. 

Crediamo nello scambio: quindi per ciascuna donazione ricevuta vi offriamo la condivisione dei nostri saperi attraverso corsi ed altre esperienze.

 

 

Antiche Radice are Gabriele, Rozeta, and little Gioele.

Since 2015, we have created our small farm in

Polverigi, where we produce high-quality vegetables ,honey and herbal teas using natural methods. We have a small

apiary, a small olive grove, a wood-fired oven, and we lead a very simple life based on self-production,

respecting all living beings and preserving the land itself. We sell our products directly on the farm and at

local Km0 markets. We organize educational activities such as social agriculture and courses because we

believe that a better world is possible and that this revolution must start from the grassroots.

Unfortunately, the lease will not be renewed. The only way to continue pursuing this dream is to buy the

land we have been cultivating for ten years. We want to continue to resist and exist. We are not asking for

financial help for ourselves, but to make this place our own, where we can continue to grow, share our

knowledge, and practice an alternative and sustainable lifestyle that preserves the environment and the

people who want to support us. It is important for us that you share the project because only through your

donations will it be possible to continue this adventure.

We believe in exchange so for each donation we receive we offer you the sharing of our knowledge through courses and other experiences 

 

Rrënjë të lashta;

janë Gabriele, Rozeta dhe i vogli Gioele. Që nga viti 2015, kemi krijuar fermën tonë të vogël

në Polverigi, ku prodhojmë perime, mjaltë dhe çajra bimore me cilësi të lartë duke përdorur metoda natyrore.

Kemi njè bletari të vogël, një ullishte të vogël, një furrë me dru dhe jetojmë një jetë shumë të thjeshtë bazuar në

vetëprodhim, duke respektuar të gjitha qeniet e gjalla dhe duke ruajtur vetë tokën. Ne i shesim produktet

tona direkt në fermë dhe në tregjet lokale Km0. Organizojmë aktivitete edukative si bujqësia sociale dhe

kurse, sepse besojmë se një botë më e mirë është e mundur dhe se kjo revolucion duhet të fillojë nga

poshtë.

Për fat të keq, kontrata e qirasë nuk do të rinovohet. Mënyra e vetme për të vazhduar realizimin e kësaj

ëndrre është të blejmë tokën që kemi kultivuar për dhjetë vjet. Ne duam të vazhdojmë të rezistojmë dhe të

ekzistojmë. Nuk kërkojmë ndihmë financiare për veten tonë, por për të bërë vendin tonë, ku mund të

vazhdojmë të rritemi si ferme , të ndajmë njohuritë tona dhe të praktikojmë një mënyrë alternative dhe të

qëndrueshme të jetesës që ruan mjedisin dhe njerëzit që duan të na mbështesin. Për ne është shumè e

rëndësishme që ju të ndani projektin, sepse vetëm përmes donacioneve tuaja do të jetë e mundur të

vazhdojmë këtë aventurë.

Ne besojmë në shkëmbim: prandaj, për çdo donacion të marrë, ne ofrojmë ndarjen e njohurive tona

përmes kurseve dhe esperienca tè tjera nè natyrè

 

 

36%
-46 Giorni
Consumo e produzione responsabili
Progetto Thomas

Ciao, mi chiamo Thomas, vivo a Roma e ho 12 anni. Sono in terza media e soffro di una forma di scoliosi molto grave con una curvatura di oltre 70 gradi. Ho iniziato a soffrirne a 3 anni quando se n'è accorto mio nonno Gino mentre eravamo al mare. 

Da quel momento è iniziata la mia sofferenza. Sono 9 anni che metto busti e faccio continue visite da dottori. Questo purtroppo non aiuta la mia balbuzia che si amplifica quando sono teso e ansioso per ogni controllo e vivendo male la mia situazione insieme agli altri. Amo i Manga e adoro disegnarli, il mio sogno sarebbe quello di farli per lavoro, ma purtroppo la mia postura sbagliata mi impedisce di mettermi ore a disegnare e di stare in piedi per molto. La mia passione è il disegno ed è quello che faccio tutti i giorni dopo la scuola. Ora io e la mia famiglia sappiamo che il busto e la fisioterapia non bastano più e che devo operarmi per forza. L'operazione alla colonna costa circa ai 30 mila euro, altrimenti dovrei aspettare almeno 2 anni per la lista di attesa e i dottori dicono che sarebbe meglio non peggiorare la situazione. Vi lascio alcuni miei disegni e delle mie foto, grazie di cuore.        Se avete problemi con le donazioni non esitate a contattarci.
 

ENGLISH VERSION:
Hi, my name is Thomas and I am 12 years old. I am in eighth grade and suffer from a very severe form of scoliosis with a curvature of over 70 degrees

I started to suffer from it when I was 3 years old when my grandfather Gino noticed it while we were at the seaside. 
From that moment on, my suffering began. I've been wearing braces and making continuous visits to doctors for 9 years. Unfortunately, this does not help my stuttering which is amplified when I am tense and anxious for any control and living my situation badly together with others. I love Manga and I love drawing them, my dream would be to make them for work, but unfortunately my wrong posture prevents me from spending hours drawing and standing for a long time. My passion is drawing and that's what I do every day after school. Now my family and I know that the brace and physiotherapy are no longer enough and that I have to have surgery. The operation on the spine costs about 30 thousand euros, otherwise I would have to wait at least 2 years for the waiting list and the doctors say that it would be better not to worsen the situation.   I leave you some of my drawings and photos, Thank you very much.                                                                 

(Me stesso - realizzato da me)

 

(Xenomorfo “alien” - realizzato da me)

(Son Goku - realizzato da me)

52%
-21 Giorni
Salute e benessere
CONTRO IL MELANOMA OGNI DONAZIONE CONTA

L'INRCA è un centro di ricerca scientifica nazionale di eccellenza, con molte Unità Operative all’avanguardia: una di queste è l’unità operativa dermatologica diretta dal dott. Alfredo Giacchetti.

La campagna di crowdfunding è supportata da un Team del Corso Business Startup del DISES-UNIVPM, composto da: Claudia Burattini, Roberto Fortuni, Giovanni Candelaresi, Leonardo Ulissi, Paolo Micheli, Demis Dottori, Andrea De Angelis e guidato dal prof. Dario Grandoni.

La campagna riguarda l’acquisto di un sistema innovativo per garantire una DIAGNOSTICA TEMPESTIVA DEL MELANOMA.

Il melanoma è un tumore che deriva dalla trasformazione tumorale dei melanociti. La mortalità per il melanoma oggi è tra le più bassa tra tutti i tumori a fronte della sua crescente incidenza, si è ridotta negli ultimi tempi grazie alla DIAGNOSI PRECOCE e all’utilizzo di nuovi farmaci, come i farmaci target e le immunoterapie.

La soluzione è acquistare ATBM MASTER:

  • Il sistema ATBM, utilizzando la Total Body Dermoscopy, aiuta ad individuare precocemente i melanomi.
  • L’Intelligenza Artificiale permette di identificare in modo molto più veloce e preciso i nei sospetti riducendo sensibilmente i tempi di diagnosi.
  • La pelle viene fotografata tutta insieme, evidenziando i nuovi nevi o quelli modificati rispetto alle precedenti acquisizioni.
  • È ormai accertato che contrariamente a quanto si pensa l’80% dei melanomi non insorge da nevi preesistenti, bensì ex novo su cute sana.

I vantaggi del total body mapping sono molteplici:

  • Riduzione della mortalità
  • Riduzione del numero di interventi inutili
  • Riduzione delle spese per il SSN
  • Riduzione del tempo della visita
  • Riduzione delle liste di attesa

Chi riuscirà a donare 200€ o più per acquistare ATBM MASTER, potrà partecipare ad uno degli screening day appositamente organizzati.

24%
-49 Giorni
Salute e benessere
Festival Dora Nera

 

Il Dora Nera è il primo festival in Italia che non si accontenta di fare cultura: ma che usa il noir come forma di narrazione e comprensione del mondo e le storie come denuncia delle ingiustizie che segnano la contemporaneità

Il Dora Nera è il primo esperimento in Italia di festival che non si vergogna a dirsi schierato. Un festival dal basso, reso possibile grazie al sostegno delle persone innamorate del genere. Non ha padroni, non ha sponsor potenti. Tutti i partner del festival condividono la visione dell’arte come forma di denuncia sociale. È una scelta di libertà.

Dora Nera è progettualità sociale: da due anni porta scrittori e scrittrici nelle scuole di periferia e, all’interno del festival, è nato il primo gruppo di lettura di donne senza dimora (in collaborazione con la Fondazione Gruppo Abele Onlus). Nel 2024 le donne della Casa di Prima Accoglienza di via Pacini stanno tenendo un workshop di fumetto curato da Adam Tempesta.


ANCHE QUEST’ANNO DORA NERA VIVE GRAZIE A TE
SOSTIENICI!

Non esistono donazioni più importanti di altre. Non ci interessano i numeri: quello che contano sono i gesti. Il Dora Nera vuole essere il festival di tutte e tutti, un modo per arrivare alla letteratura senza impedimenti, senza ostacoli. È la ragione per cui, fin dall’inizio, abbiamo deciso di lasciare gratuiti tutti gli eventi in calendario. Se possiamo farlo è proprio grazie al tuo sostegno. 
Siamo un festival popolare e intendiamo rimanerlo a lungo.
Puoi sostenerci con una donazione associata a una delle ricompense o con una donazione libera.

E anche se non lo farai, fa nulla. Il Dora Nera ha le porte aperte anche per te!

 


FACCIAMO LA STORIA…

Il Dora Nera nasce nel 2021 da un’intuizione dello scrittore e sceneggiatore Pasquale Ruju, in collaborazione con Tatjana Giorcelli e Piero Ferrante, rispettivamente presidentessa e vicepresidente dell’associazione Babelica di Torino. 

Si svolge a Torino, nel mese di novembre. Dopo la prima edizione all’Accademia Albertina, dal 2022, location fissa e quanto mai appropriata, è l’Oratorio di San Filippo Neri. 


Il Dora Nera non è solo un festival: è un’autentica invasione noir. Per tre giorni, quelli della nebbia e i primi di freddo umido che entra nelle ossa e le corrode, Torino si riempie di dibattiti, incontri, mostre, presentazioni, spettacoli, proiezioni cinematografiche. Letteratura, cinema, musica e arte si mescolano per provare a raccontare la parte più oscura della società, quella meno consolante.


A ogni edizione, il Dora Nera assegna due premi: uno alla carriera e uno alla migliore opera edita. 

 

PREMI ASSEGNATI

DORA NERA ALLA CARRIERA
2021: Massimo Carlotto
2022: Sandrone Dazieri 
2023: Carlo Lucarelli 

DORA NERA MIGLIORE OPERA EDITA
2022: Gianni Biondillo 
2023: Stefano Cosmo 

 

 

QUEST’ANNO IL DORA NERA LO FAI ANCHE TU!

SOSTIENICI! DONA ORA E SCEGLI LA TUA RICOMPENSA

187%
-5 Giorni
Sconfiggere la povertàIstruzione di qualitàParità di genere
LavoriAmo per l'Autonomia con la "Serra di Piero".

🇮🇹  La nostra storia, il nostro impegno 

(🇬🇧Scroll down for English version)

Aiaba (Associazione Italiana per l'Assistenza ai Bambini Autistici) è un’associazione di genitori che è nata nel 1970. La Casa di Aldo è una Comunità alloggio protetta residenziale aperta il 23 marzo 2023 dopo anni di sacrifici da parte di tutti quei genitori che sentivano l’esigenza di voler creare un posto sicuro per i loro figli che rispondesse ai loro bisogni. Attualmente abbiamo 11 ospiti tutti con diagnosi di autismo.

La nostra finalità è quella di creare un posto che può essere ‘casa’ e che valorizzi le abilità acquisite, che mantenga le loro competenze attraverso le attività quotidiane e che rispondano alle loro specificità individuali.


Il progetto per il quale vi chiediamo supporto è “La Serra di Piero”, in memoria di Piero Perciballi, presidente e genitore che con tenacia ha voluto e lottato per l’apertura della “Casa di Aldo”, e che prematuramente ci ha lasciati poco prima che questa struttura aprisse. Per questo vorremmo dedicare a lui in maniera metaforica questo progetto come forma di rinascita, di ricordo e di cura di tutto quello che ha dato e che ha fatto per noi.

Cosa vogliamo realizzare:

La Serra sarà costruita per la produzione invernale di piante ortaggi e fiori dal seme e successivamente messe a dimora nell’orto con anche in prossimità una casetta per la produzione di piccola falegnameria che fungerà da piccolo laboratorio per la creazione di vasetti o oggettistica di piccolo artigianato da poter rivendere nei mercatini territoriali insieme alle piante e fiori di produzione propria.

Perchè il nostro sogno è importante:

La serra ha un valore importante, per la salute, per i benefici di interazione, di semplicità di compiti, di uscita e di relazione. Le piante inoltre favoriscono la sensorialità, che nell’autismo è un fattore predisponente. Aiutano l’autostima, perché agiscono rapidamente alla cura dell’uomo.

Tutto questo li rende partecipi di un lavoro e protagonisti attivi. Il lavoro nella serra potrà creare congiunzione e relazione con il territorio di Bagno a Ripoli e con la comunità, rendendoci partecipanti attivi del territorio nel quale abitiamo.

 


Per questo vi chiediamo la possibilità di finanziare la totale realizzazione di questo progetto affinché possa servire per fare in modo che i nostri ragazzi abbiano un’esperienza lavorativa, di vita e di autonomia oltre che di relazione, fra loro e anche con il territorio circostante rendendoli attori protagonisti e dando così spazio alle loro singole possibilità.

(Scorri verso il basso per visualizzare le foto)

🇬🇧 ENGLISH VERSION 

Our story and our goals:

Casa di Aldo is a protected residential community which opened on the 23rd March 2023 after years of hard work by parents who wanted to create a safe haven of care for their children that would meet their individual needs. At present there are 11 residents living there with a diagnosis of autism.

We are striving to create an environment that represents ‘home’ to our residents, which further develops the skills they have acquired and maintains the abilities of each individual.

We would like you to support our project called ‘Piero’s Greenhouse’ (La Serra di Piero) in memory of Piero Perciballi, former chairman of AIABA, a parent who worked with great determination to open the Casa di Aldo who died unexpectedly, shortly before the residence was opened. We are dedicating this project to his memory and to everything he gave and did for us.

What we want to achieve:

The greenhouse will be built to produce, from seeds, plants, flowers and vegetables in the winter. These will then be planted in our vegetable garden near the workshop we are currently using for carpentry and DIY. It will become a small laboratory for handicraft where our residents can make small pots and gifts with their plants and flowers to sell in local markets.

Why our dream is so important:

Working in the greenhouse is important for health, it encourages interaction between residents and carers and facilitates the learning of simple tasks. Furthermore, plants improve sensory sensitivities which often affect people with autism. Working with plants improves self esteem and has a positive influence on our general wellbeing.

All this makes our residents active participants and protagonists in their work. The greenhouse will create work and links with local realities and the community in Bagno a Ripoli, enabling us to become active members of our local area.

These are all the reasons why we are asking you to help us finance and complete this project so our residents can experience work and independent lives. It will also encourage interaction between them and the surrounding neighbourhood, promote further development of their individual potential and allow them to be the leading actors of their stage.

 

134%
-12 Giorni
Ridurre le disuguaglianze
Pistoia Visioni - Festival di Fotografia

Pistoia Visioni - Festival di Fotografia è un progetto del Gruppo Fotoamatori Pistoiesi ed è il primo evento di questo tipo nel panorama culturale di Pistoia.

Il progetto dà vita a una manifestazione che propone una visione moderna e contemporanea della Fotografia, unita a un processo culturale che la accompagnerà nel suo sviluppo. Saranno coinvolti autori emergenti, nuovi volti nel panorama nazionale e internazionale, senza rinunciare a un dialogo con fotografi più affermati, seguendo un tema specifico che cambierà in ogni edizione.

La prima edizione si intitola “Legàmi” perché ha l’obiettivo di esplorare il tema dei legàmi, intesi come rapporti, relazioni e nessi, sviluppati da ciascun autore e che caratterizzeranno la mostra da un lato e, per quanto possibile, anche gli eventi propedeutici che fanno parte del festival stesso.

 

Gli eventi di Pistoia Visioni partiranno da giugno 2024 ed includeranno una serie di iniziative legate alla Fotografia, comprendendo conferenze, presentazioni di autori e libri, con inviti rivolti a figure di spicco nel panorama nazionale e internazionale della Fotografia.

Nel mese di ottobre, presso le Sale Affrescate del Palazzo del Comune, prestigiosa sede della città di Pistoia, si terrà quindi la mostra di Fotografia “Legami”, dove quattro autori emergenti selezionati esporranno i loro progetti fotografici.

In questa sede sarà disponibile il catalogo della mostra con le immagini più rappresentative degli autori in relazione al tema dell’edizione.

Il progetto ha l’obiettivo di creare una manifestazione ricorrente a Pistoia che, grazie alle giuste sinergie e collaborazioni con il Comune di Pistoia e altri enti interessati, possa diventare un punto di riferimento nel campo della Fotografia, e nel tempo, una fonte di attrazione culturale per la città stessa.

 

Aziende e professionisti possono sponsorizzare in altri modi l’iniziativa:

- Sponsorizzazione diretta fatturabile al Gruppo Fotoamatori Pistoiesi
- Art Bonus della Regione Toscana che dà la possibilità di sostenere il “Pistoia Visioni – Festival di Fotografia” beneficiando di un credito d’imposta (IRAP) pari al 40% dell’importo donato, esclusivamente per mezzo di bonifico bancario e secondo le disposizioni specificate su sito artbonus.toscana.it.
L’agevolazione è concessa solo a donazioni di importo minimo pari 1.000 €.
Tutte le info qui:
https://artbonus.toscana.it/web/artbonus/tutti-i-progetti/-/projects/pistoia-visioni-festival-di-fotografia

 

Maggiori informazioni su www.pistoiavisioni.it

39%
-17 Giorni
LanaterapiAmo insieme ai pazienti

La Lanaterapia 
Con il termine lanaterapia si riconosce il valore della pratica di lavorare a maglia, attività dai numerosi benefici: aiuta a recuperare la calma in una situazione di stress o ansia, grazie all’aumento delle endorfine che donano una sensazione di benessere. Quando si lavora a maglia o all’uncinetto il flusso dei pensieri si interrompe: smettiamo di immaginare, recriminare, rimuginare, calcolare. Entriamo in uno stato di profondo rilassamento psicofisico, simile alla meditazione.
Il lavoro a maglia rappresenta uno strumento efficace per sostenere l’empowerment dei pazienti oncologici.
Lavorare a maglia distrae dalle preoccupazioni, aiuta a percepire meno il dolore, agevola i processi di socializzazione e migliora l’autostima perché implica un obiettivo e il suo raggiungimento. L’incremento di attenzione è importantissimo per chi sta vivendo un percorso di cura, in quanto consente di comprendere meglio la propria malattia e le misure da prendere per superarla e raggiungere la guarigione. 

La Lanaterapia negli ospedali
Il progetto nasce dall’esigenza di aiutare i pazienti oncologici a recuperare il proprio equilibrio psico-fisico durante le lunghe attese per la visita, la diagnosi, la cura, attraverso la pratica della LANATERAPIA (obiettivo della missione statutaria di Gomitolorosa) e dalla necessità emersa dal confronto con numerosi medici di una sempre maggiore umanizzazione del percorso di cura del malato oncologico. 

L'Associazione Gomitolorosa ha voluto rispondere a questa esigenza con l’ideazione del KIT PERSONALE PER PRATICARE LA LANATERAPIA: un astuccio di plastica igienizzabile, personale, contenente tutto l’occorrente per praticare il lavoro a maglia, gomitolo, uncinetto e un video tutorial con QR Code facile da seguire e che sostituisce anche la presenza del supporto delle volontarie, laddove l’accesso alla struttura non sia particolarmente semplice. I pazienti potranno così godere dei benefici della Lanaterapia e dare anche una finalità solidale al loro percorso benessere: gli esagoni realizzati in 15 diversi colori saranno infatti cuciti tra loro per formare colorate copertine e scalda-gambe che saranno poi donati allo stesso Ospedale.

L'obiettivo della raccolta fondi
Con questa raccolta fondi, Gomitolorosa vuole raggiungere 5 nuovi centri di cura in cui poter avviare il progetto di Lanaterapia a supporto di pazienti oncologici: 1.000 KIT PERSONALI DI LANATERAPIA saranno distribuiti per aiutare oltre 1.000 persone, presenti nelle aree di chemioterapia di 5 nuovi Ospedali in tutta Italia:

  • Azienda Socio Sanitaria Territoriale SETTE LAGHI (Varese)
  • AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE DI SIRACUSA
  • Azienda Socio Sanitaria Territoriale VALLE OLONA (Busto Arsizio)
  • PRESIDIO OSPEDALIERO CORIGLIANO (Cosenza)
  • OSPEDALE MULTIMEDICA CASTELLANZA (Varese)

L'associazione Gomitolorosa
Gomitolorosa è la principale Associazione in Italia impegnata nel recupero e nella lavorazione della lana autoctona in sovrapproduzione (considerata un rifiuto speciale), per favorire un maggiore benessere mentale e fisico generato dal lavoro a maglia, per una nuova attenzione all’ambiente e per una ritrovata solidarietà sociale. Lo fa proponendo un virtuoso modello di economia circolare che trasforma un prodotto da rifiuto speciale a risorsa solidale, passando attraverso solidarietà, benessere, creatività, confronto e condivisione.

122%
-19 Giorni
Salute e benessereIstruzione di qualitàConsumo e produzione responsabili
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