Tante questioni, una proposta
“Guarda che skin ho trovato nell’ultima lootbox!”
Skin, lootbox… Ma tu hai capito quello che sta dicendo?
Capire il significato delle parole è il primo passo per entrare in relazione. Non è facile, però. Chi è cresciuto in un mondo tutto analogico entra spesso in confusione nel quotidiano confronto/scontro con i nativi e le native digitali, con i nuovi modi di giocare, di pensare, di imparare, con i loro scleri davanti alla console di gioco. E ancora più difficile è non essere inquietati dall'idea che i propri figli e figlie si facciano inghiottire dalla dimensione virtuale, in particolare dall'avvincente galassia dei videogiochi.
E poi: ma che sono 'ste piazze virtuali di cui si sente parlare?
Già. Adesso esistono anche le piazze virtuali, frequentatissime dai bambini e dalle bambine e quasi per nulla dai genitori. Varchi d’accesso per quei luoghi sono anche i videogame, che non offrono solo epiche partite in solitaria o con gli amici, ma anche interi universi da visitare nei quali fare incontri, litigi, sogni.
Ma non è che si ammalano a stare tutto questo tempo davanti agli schermi?
Matrice analogica, luoghi comuni e videogame: un cocktail che rende difficile la sfida. Una volta si sarebbe detto: “Ho bisogno di un bel corso di aggiornamento.” Per affrontare questi dubbi, adesso ci siamo noi: gli EduGamers.
Partecipando a questa campagna ci aiuterai a realizzare l’iniziativa "Videogiochi: consigli di sopravvivenza per genitori, nonni e nonne", un ciclo di quattro eventi pubblici online per cercare insieme qualche risposta e scoprire che c'è un modo più consapevole di stare al fianco dei giovani giocatori e delle giovani giocatrici, anche quando sparano all’impazzata, distruggono mostri, vincono campionati di calcio, salvano principesse e costruiscono nuovi mondi virtuali.
Chi siamo
Siamo educatori/trici o psicologi/ghe cresciuti con il joystick in mano, capaci di usare il nostro sapere educativo insieme alle abilità di gamer. Sappiamo parlare ai più grandi e anche a chi, ancora giovane o giovanissimo, “sclera” per una partita persa almeno tre volte al giorno. Siamo Mary Poppins 4.0 che saltano agilmente tra Fortnite e il salotto di una casa, tra il mondo di Minecraft e un’aula scolastica.
Cosa facciamo nel concreto
Giochiamo online con i ragazzi e le ragazze e li supportiamo nel loro percorso di maturazione digitale, nell'esplorazione delle abilità sviluppate dai videogiochi, nell'autoregolazione del tempo di gioco e nella scoperta di sé e delle proprie emozioni. Li incontriamo nella dimensione ludica per aiutarli a vivere l’esperienza videoludica in modo educativo.
Diamo anche una mano ai genitori, ai nonni e a tutti coloro che hanno un ruolo educativo, per aiutarli ad andare oltre il sentito dire, mettendoli in grado di orientarsi e di orientare nel mondo dei videogiochi. E per smettere di fare la figura di chi, digiuno di calcio, non capisce perché nel secondo tempo della partita le squadre cerchino di fare gol nella propria porta.
La nostra storia in breve
Siamo nati dal bisogno di aiuto che hanno provato due genitori di fronte a ciò che vedevano accadere durante le partite di Fortnite nel loro salotto. Due genitori che si sono chiesti se per tutto quello a cui assistevano non vi fosse una soluzione diversa da quella - grande tentazione! - di buttare la console ben avvolta da tutti i suoi cavi nel cassonetto della spazzatura.
Da quel bisogno sono nate tante domande, discussioni, incontri, consultazioni di amici, professori universitari, gamer, influencer… E, alla fine, l’idea di mettere insieme professioni educative e videogiochi per creare una figura nuova nel mondo pedagogico.
Da quel momento è iniziato un percorso di ricerca per costruire strumenti di analisi, momenti di formazione, iniziative di sensibilizzazione. E poi la prima campagna di crowfunding su questo piattaforma per finanziare il primo percorso di formazione per EduGamers.
Durante le chiusure imposte dalla pandemia - con l’aumento del tempo trascorso dai ragazzi e dalle ragazze sulle piattaforme di videogiochi - siamo stati chiamati dalle famiglie e dalle scuole per realizzare percorsi di gaming educativo con singoli giocatori o gruppi classe. Per riuscire a dare risposta alle numerose richieste di consulenza e di intervento, nella primavera del 2021 è stato attivato un secondo percorso per la formazione di nuovi EduGamers.
Chi ci ha aiutato
Sono molti quelli che hanno contribuito a questo viaggio. Alcuni per brevi tratti, altri ci seguono con passione da lungo tempo.
Innanzitutto dobbiamo ringraziare tutti i donors e gli sponsor della prima campagna che hanno avuto fiducia nel progetto anche se - o forse proprio perché - da tanti era stato definito "visionario".
E poi non possiamo dimenticare l’appoggio del Dipartimento di Filosofia e Scienze dell'Educazione dell'Università di Torino, della Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo, del Centro Studi Giuridici Informatici Torino- Ivrea, di Conversa srl, di Guanxi srl, di M2 Informatica srl, di CMA, di Cooperjob srl.
E non solo imprese, ma anche persone: Rudy Bandiera (creator, anchorman, docente online-offline e gamer), Marco Mazzaglia (videogame evangelist, docente Politecnico di Torino), Barbara Bruschi (UniTo - Scienze dell’Educazione), Eleonora Pantò (Social Innovation Specialist), Sonia Bertinat (psicologa e psicoterapeuta), Viola Nicolucci (psicologa e psicoterapeuta), Alessandro Zennaro (UniTo - Psicologia), Paolo Bianchini (UniTo - Scienze dell’Educazione), Carlo Boccazzi (COO e Founder Hackability NPO), Matteo Botto (Founder di Contronarrazioni, Ricercatore).
Infine, in molti hanno scritto o parlato del progetto: abbiamo raccolto alcuni dei contributi sulla pagina Dicono di noi del nostro sito.
Le persone dietro al progetto
Il progetto nasce da un'intuizione dei founders, Mauro e Serena, genitori di un ragazzo e una bambina appassionati di video games, ex educatori di strada, oggi attivi nel mondo del non profit come responsabili della gestione, il primo, e della comunicazione, la seconda, di Crescere Insieme, Onlus torinese attiva da oltre 40 anni nel settore educativo.
Alla costruzione di EduGamers for kids si sono uniti Federico, informatico, della cooperativa sociale Access Point, e Ruggero, progettista sociale della cooperativa sociale Apriti Sesamo, entrambi operatori sociali romani e vecchi gamers. Esperti di edutainment, ovvero dell'uso del gioco a fini educativi, hanno portato nel progetto la loro competenza trentennale in ambito videoludico e la possibilità di selezionare e formare EduGamers sul territorio romano.
L'organizzazione: Crescere Insieme Onlus
L’inizio della storia di Crescere Insieme coincide con l’apertura della prima comunità per bambini in Italia, nel ’72. Dopo un uxoricidio, cinque fratelli sarebbero stati separati in istituti, ma i fondatori della Onlus li accolsero in un alloggio, perché avessero la possibilità, appunto, di crescere insieme. Da allora, Crescere Insieme ha aperto altri servizi per minori, e non solo. Con EduGamers for kids gli interventi educativi approdano online. O meglio si trasformano in interventi nell’onlife, la dimensione aperta dalla rivoluzione digitale, nella quale la distinzione tra offline e online perde di senso.
Per quanto riguarda le due Onlus partner del progetto, Apriti Sesamo opera da 27 anni in servizi educativi sul territorio romano, ed è specializzata in progetti di inclusione sociale di minori ed adulti; Access Point è una cooperativa sociale specializzata in IT, in particolare in formazione sulle tematiche della tecnologia e nella progettazione e realizzazione di videogiochi educativi.
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