Restauro del Podere Cafasso a Paestum
Ambiente
Obiettivi:
Energia pulita e accessibileVita sott'acquaVita sulla terra

Premessa sui benefici della campagna su cittadini e turisti

La vita cittadina può offrire molti benefici, grazie alle maggiori opportunità di formazione, impiego, socialità e all’accesso a cure specifiche.

La globalizzazione ha portato grandi vantaggi, ma il prezzo da pagare per la società è stato l’inesorabile allontanamento dai borghi e dalla natura. Spostarsi nei grandi centri urbani ha obbligato le persone in spazi ristretti e spesso grigi, e a condividere il proprio tempo libero con le folle dei mezzi pubblici.

La vita metropolitana è un fenomeno complesso, e nonostante i suoi molteplici aspetti positivi, da tempo la scienza ha individuato anche quelli dannosi per il benessere fisico, come l’aumento delle malattie cardiovascolari e respiratorie. Inoltre, recenti studi hanno dimostrato come possa avere effetti negativi anche sulla salute mentale, soprattutto quando il cittadino non ha la possibilità di abitare in quartieri di qualità. Il rischio di cadere in depressione è più alto del 20% rispetto a chi vive in provincia. A questo si associano anche rischi più alti di sviluppare psicosi o disturbi d’ansia.
Questi dati confermano perciò quanto sia indispensabile che le persone abbiano la possibilità di riscoprire il contatto con la natura.

La campagna riesce, per esempio, a normalizzare i parametri fisiologici di frequenza cardiaca, pressione e ormoni dello stress.
La natura migliora le capacità d’attenzione e stimola il pensiero creativo. Contemplare alberi e i fiori ha un effetto calmante, fa diminuire l’attività della corteccia prefrontale responsabile della pianificazione, e stimola le aree cerebrali legate alla regolazione delle emozioni.
Il silenzio della campagna facilita la concentrazione e la soluzione dei problemi, il verso degli uccelli aiuta ad alleviare lo stress e diminuisce l’aggressività degli automobilisti.

Tuttavia, uno studio condotto online da YouGov per conto di VELUX in 15 paesi (inclusi Europa e Stati Uniti), fra marzo e aprile 2019, su 17mila intervistati, ha dimostrato che trascorriamo in media meno di un’ora alla settimana all’aria aperta.

Nell’ultimo decennio è dunque nata un’esigenza importante di ritornare alla natura e di prestare più attenzione al benessere psico-fisico, e una fetta di turismo e del mercato dell’accoglienza sempre più coglie questo bisogno, non solo per gli appassionati del green, ma anche per chi non può permettersi di abitare in provincia, per offrire esperienze positive e soggiorni di benessere all’interno di spazi bucolici e rilassanti.

Come nasce l'idea del "Podere Cafasso"

Il “Podere Cafasso” nasce dalle consapevolezze appena descritte. Due ragazzi di Milano sono incastrati in una routine fatta di uffici, smog, mezzi pubblici affollati e poco tempo libero. Provengono entrambi da famiglie contadine, e ormai stanchi dello stress metropolitano, accarezzano l’idea di entrare nel turismo green per poter rivivere le tradizioni familiari e lavorare in maniera più sana, e offrire lo stesso privilegio a tutte le persone bisognose di staccare la spina o di ritrovare un rapporto con la natura.

La ricerca di una soluzione ideale si conclude nel paese d’origine di uno dei due, a Capaccio Paestum, in provincia di Salerno, proprio alle porte del Cilento. Territorio molto quotato per i suoi paesini rimasti fedeli al passato, per le escursioni in montagna e i mari limpidi della costa.
Qui trovano un grande rudere del ’50, con un terreno agricolo, in mezzo alle coltivazioni di granturco e alle casette del borgo. Il rudere è stato dimora di diverse famiglie di coltivatori e pastori, che si sono susseguite nei decenni. Da quindici anni è ormai in stato di abbandono, i solai sono crollati e sul tetto crescono erbacce.
I pochi alberi da frutto della tenuta sono ricoperti di rovi, la terra è dura per l’incuria e invasa da sole erbacce. Ma in lontananza si può ammirare la maestosa montagna di Capaccio, e alle spalle si scorgono le antiche mura del centro storico di Paestum. Nel posto si respira pace e profumi di fiori spontanei.
La location è perfetta.

Location e itinerari

Il “Podere Cafasso” si trova a Capaccio Paestum, alle porte del Cilento, in un territorio che coniuga il mare e la montagna, ricco di storia, natura e amore per la cucina.

La tenuta possiede un accesso privato che sbocca direttamente sulla Strada Statale 18, collegamento che abbraccia tutte le mete turistiche del salernitano da Nord a Sud. È a 1 km dalla stazione ferroviaria, ed è a 15 minuti dall’autostrada.
È perciò un punto perfetto per progettare vacanze di relax, ma anche se si intende spostarsi ogni giorno per visitare i molti itinerari, sia in macchina che in treno.
Il “Podere” a 5 km dalle spiagge bandiera blu, e a 1 solo km dal celebre parco archeologico dell’antica città di Paestum, con i suoi suggestivi templi greco-romani, patrimonio Unesco.
La mozzarella di bufala è un fiore all’occhiello del comune, mentre proprio nel borgo in cui è situato il “Podere” ha sede un gruppo ufficiale di trekking, con cui è possibile visitare ogni settimana località e sentieri di montagna, del Cilento e della costiera Amalfitana.

Ecco alcune mete raggiungibili dal “Podere Cafasso”: 
- Agropoli, 10 km
- Trentinara, 15 km
- Grotte di Castelcivita, 25 km
- Santa Maria di Castellabate, 25 km
- Felitto e le gole del Calore, 35 km
- Il paese fantasma di Roscigno Vecchia, 35 km
- Acciaroli, 45 km
- Parco archeologico di Velia, 45 km
- Amalfi e costiera Amalfitana, 70 km
- Camerota, 80km
- Palinuro, 80 km
- Sapri, 90 km
- Certosa di Padula, 100 km
- Casaletto Spartano e Capelli di Venere, 100 km

Riqualificare il casale in Country House

Il progetto prende così il nome di “Podere Cafasso” per riabilitare l’antica epoca della riforma fondiaria avvenuta nelle campagne del comune di Capaccio Paestum.

Vorremmo ristrutturare e restaurare il casale, trasformandolo in una country house dotata di nove camere di diverse metrature, ognuna con bagno privato.

L’ambizione della country house “Podere Cafasso” è quella di poter dare ai turisti, agli appassionati di natura e a chi abita in città la possibilità di sperimentare un’esperienza di vita in campagna, con colazioni in giardino, percorsi didattici, ma anche raccogliendo i frutti dell'orto, passando del tempo con gli animali o facendo un picnic nel nostro bosco.

Emergenza Covid-19

Pieni di speranze, abbiamo acquistato il rudere nel gennaio del 2020, dopo aver procacciato dei prestiti ad hoc. Un mese esatto dopo è avvenuto l'impensabile: l'arrivo del virus che ha bloccato il mondo.

Ci è voluta una resilienza scellerata e un grande amore per la terra e i fiori per non perdersi d’animo.
E abbiamo fatto un lavoro immane, noi due da soli, preparando il terreno per tutti i progetti naturalistici che saranno parte integrante dell’esperienza che vorremo offrire ai nostri futuri visitatori.

Purtroppo il Covid-19 ha messo in crisi questo tipo di investimenti, perché la nostra dovrebbe essere una country house, cioè una struttura ricettiva di campagna con attività didattiche, e il settore più compromesso dal virus è proprio quello dell’accoglienza e del turismo, e non è ancora chiaro come si evolverà il settore dei viaggi.
Quindi i soldi per la ristrutturazione sono per ora svaniti. Gli strumenti finanziari che ci avrebbero permesso di portare a compimento il progetto sono bloccati e in realtà siamo stati in qualche modo fortunati ad aver ottenuto il finanziamento per l’acquisto poche settimane prima del lockdown. 
Ecco perché nasce l’idea di mettersi in gioco su Eppela con il crowdfunding e dare al nostro progetto una nuova opportunità.

Come verranno utilizzati i fondi - Primo Step

Il percorso di restauro del casale sarà lungo e articolato, e percorrerà vari step, quali mettere in sicurezza lo stabile con la ricostruzione dei solai e del tetto, creare un fossato per il drenaggio delle acque pluviali, realizzare impianti di riscaldamento e cappotti termici, mettere a norma gli impianti elettrici e idraulici, rifare la facciata e creare le varie camere.

In questa prima fase di crowdfunding, il nostro obiettivo è di raccogliere la somma necessaria per riuscire ad avviare il cantiere e ad acquistare i materiali iniziali per il tetto.

Il nostro architetto

Ottavia Voza, nata nel 1962, è architetta e dottore di ricerca, ed è impegnata da oltre un trentennio in attività di progettazione e di ricerca nel campo del recupero dei centri storici e dei beni monumentali e paesaggistici, in Italia e nei paesi del bacino del Mediterraneo.

E’ progettista del Piano di Recupero, del Piano del Colore e del Programma Integrato del Centro Storico di Capaccio Paestum. Nella città antica di Paestum si è occupata dello studio dell’impianto urbano e dello studio e restauro di diversi monumenti, compreso quello, in corso di realizzazione, della cinta muraria. È autrice di diversi progetti di Parchi Archeologici in sud Italia. 
Attualmente è professore a contratto di Restauro presso la Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’Università di Salerno.
E’ stata sin dagli inizi degli anni ottanta attivista in campo ambientale, contribuendo alla istituzione dell’Oasi Dunale di Torre di mare, in campo culturale, essendo stata tra i soci fondatori nel 1993 della Fondazione Paestum, e più recentemente anche nel campo dei Diritti Civili, come responsabile nazionale per i diritti delle persone trans in Arcigay dal 2012 al 2018. 
Ottavia è una donna trans, genitore di due figli di 23 e 19 anni.


Obiettivi ambientali e culturali del "Podere Cafasso"

Gli obiettivi del progetto "Podere Cafasso" sono molteplici:

- Rivalutazione storica del fabbricato, attraverso interventi di ristrutturazione e arredamento compatibili e fedeli al periodo originale, e conversione in country house per l’accoglienza degli ospiti;
- Riforestazione della tenuta, spogliata dalle coltivazioni intensive, attraverso un bosco planiziale di lecci, olmi, cercis, querce e aceri;
- Riqualificazione ambientale, con la semina di specie spontanee in genere combattute o che spariscono con l'uso dei diserbanti (come malve, tarassaco, borragine e papaveri), l'impianto di alberi usati nell’artigianato (come i salici), specie ornamentali da fiore per gli insetti utili alla lotta biologica, e piante officinali;
- Recupero delle pratiche antiche, come l’intreccio dei cestini o l’essiccazione di erbe e ortaggi;
- Offrire percorsi sensoriali all’interno della tenuta, offrendo la possibilità ai futuri clienti di poter raccogliere ortaggi, frutta, spezie e uova dal pollaio, di ascoltare il cinguettio delle rondini, ma anche di imparare l’arte della semina, delle talee e degli innesti, con giornate dedicate al giardinaggio;
- Offrire un soggiorno completamente immersi nel verde, restando comunque a 1 km dal centro storico e con accesso diretto alla Statale SS18, che collega il Cilento all'autostrada.

I punti di forza del “Podere Cafasso”

Al “Podere Cafasso” l’obiettivo di ricreare un ambiente rurale rilassante, didattico e pieno di attività ricreative passa attraverso una serie di idee disegnate e poi concretizzate con le nostre sole forze, attualmente in corso d’opera ma già attive.

Per noi ha un significato molto importante essere entrati in un campo incolto e aver iniziato da zero a dare vita ai vari ecosistemi della tenuta, e per farlo abbiamo scelto piante da vivaio quasi esclusivamente giovani, o ottenute da enti ambientali, o ancora ricavate da semina, donazioni da tutta Italia o talee provenienti da diverse zone del Cilento.

Qui di seguito tutti i progetti, alcuni non ancora attuati, altri da pochi mesi, motivo per cui hanno un aspetto ancora precoce, ma prevediamo che le grandezze ideali di tutti gli ecosistemi si otterranno entro un anno. Con la visione delle foto potrete infatti già ammirare la metamorfosi che alcuni progetti hanno avuto in soli tre mesi dall'inizio dei lavori.

Dossi della biodiversità e osservatorio degli insetti

Sono tre piccole colline che affiancano il casale, di altezza irregolare, costituite da una base di drenaggio di ciottoli, terra e terrazzamenti di legno e tufo. La forma verticale è ideale per lo sviluppo delle erbe aromatiche e i fiori di campo, che non gradiscono i ristagni.

Due di questi dossi ospitano sul fianco esposto a Sud molte specie aromatiche e officinali, come rosmarino, melissa, calendula, mentre il fianco esposto a Nord accoglie bulbose, erbacee spontanee di campagna come il tarassaco, cespugli ornamentali.

Il terzo dosso è invece rivestito di piante grasse.

Questi dossi hanno varie funzioni. Permettono la raccolta delle aromatiche per uso sia alimentare (come decotti) che artigianale (per produrre oli o saponi); di osservare il prolificare degli insetti, soprattutto quelli per la lotta biologica (come le coccinelle) e il loro ciclo vitale, dalle coccinelle ai bruchi alle api, grazie ai fiori e ad apposite casette di legno; di capire come nidificano le lucertole e quanto sono preziose per l’ecosistema; di verificare come l’affollamento di specie vegetali permetta al terreno di mantenersi umido e riparato dal sole; di comprendere come le piante spontanee possano coesistere con quelle coltivate, senza essere considerate di disturbo ma anzi un arricchimento.

Bosco planiziale

Piccola macchia boschiva di forma circolare con alberi di quercia, leccio, frassino, acero, olmo e alloro. Il suo valore è sia ambientale che storico, poiché simboleggia il recupero e la salvaguardia di specie arboree originarie della piana.

La macchia arborea ha un recinto grossolano di ceppi e massi, contornato a sua volta da frutti di bosco, asparagi selvatici, cespugli della macchia mediterranea ed edere. Questo recinto ha la funzione di mantenere all’interno del bosco umidità e ombra, condizioni necessarie per la decomposizione delle foglie secche e la nascita dell’humus. Al centro del bosco, invece, è presente una collina di rocce e terra, su cui vengono coltivate bulbose, erbe e felci di montagne, specie bisognose di humus e umidità, dalle fioriture che variano da gennaio a novembre.

Frutteto

Un’area visitabile riservata a trenta alberi da frutto, come il ciliegio, il melo e gli agrumi, con due filari di vite e di kiwi.

Inoltre, il “Podere Cafasso” intende dedicare una parte del frutteto biologico alla ricerca e al recupero di varietà antiche.


Pollaio

Ampio recinto con casetta per galline e oche, e per la raccolta delle uova a uso domestico o come attività didattica per i clienti.

Questo progetto non è stato ancora realizzato.

Spazio giardinaggio

Un gazebo con bancone, vasi e utensili per imparare insieme l’arte del giardinaggio, la realizzazione di cestini, gli usi delle erbe, le basi della semina e le tecniche di talea. Gli ospiti potranno anche realizzare da sé delle talee in vaso prelevando piantine della tenuta, e portarle a casa come ricordo.

Questo progetto non è stato ancora realizzato.

Orto

Un’area visitabile e divisa in settori, con un orto classico per specie perenni e di stagione, uno spazio adibito a orto sinergico e uno realizzato con cassoni per l'agricoltura verticale.

Questo progetto non è ancora ultimato.

Stagno

Una vasca di 3 metri per 9, su tre livelli di altezze (70 cm per le specie acquatiche da fondo, 30cm per le specie da mezzo fondo e riva per le bordure). Lo stagno è interamente ricoperto di terra, per garantire tutti i processi naturali dell’ecosistema, e funziona senza filtri meccanici. La sua purificazione avviene con un equilibrio naturale tra diverse piante che ossigenano e filtrano (come la Typha e la Pontederia cordata) e animali (come le vongole di fiume e le lumache). L’assenza di antagonismo garantisce agli abitanti dello stagno di nidificare sulle sponde e nelle rientranze, e ai visitatori di osservare da vicino i nidi, le uova e la crescita delle forme di vita.

Canale di pietra

È l’antico sistema del consorzio per il trasporto delle acque agricole, oggi in disuso, ed è all’interno della tenuta. È stato ripulito ed è ancora in perfette condizioni. Alle sue spalle è stato piantato un filare di salici gialli e bianchi, e piante di agnocasto, specie tipiche dei canali rurali.

Recinzioni per more e insetti utili

Uno dei problemi iniziali che abbiamo affrontato al Podere Cafasso è stato quello di circoscrivere il perimetro: costruire un muretto oppure no? Oltre all’enorme spesa economica, sarebbe stata un’enorme colata di cemento. Così abbiamo optato per vegetazione e artigianato.

Recinzione 1: su uno dei lati (la tenuta ha una forma triangolare) al nostro arrivo c’era una grossa muraglia di rovi incolti, che invadeva la proprietà per diversi metri di larghezza, lì dove ci sarebbe dovuta essere la stradina d’uscita. Così abbiamo avuto un’idea: radere al suolo i rovi per recuperare il sentiero, costruire una recinzione grossolana ed “educare” in altezza i nuovi rovi che sarebbero nati. L’obiettivo ambizioso è quello di avere una parete vegetale non più selvatica ma intrecciata alla rete, così da poter dare agli ospiti l’opportunità di raccogliere le more in estate, un'esperienza che ha accompagnato l'infanzia di molti.

Recinzione 2: farfalle e api sono insetti impollinatori estremamente utili per l’ambiente, ma a causa dei pesticidi usati nelle coltivazioni intensive, stanno sparendo. Non solo, a causa dei cambiamenti climatici, le api rimaste non affrontano più il letargo naturale. Svegliandosi prima del previsto, faticano a trovare nutrimento in periodi che non combaciano con le fioriture. Per questo, la seconda recinzione della tenuta è stata dedicata a piante rampicanti che fioriscono in tempi diversi dell’anno, come il Jasminum nudiflorum o gelsomino giallo, che sboccia a gennaio, la Wisteria o glicine, che si risveglia a marzo, la Passiflora che fiorisce a giugno e così via, molte altre.

Siepe mediterranea

La parte frontale della tenuta è circoscritta da una siepe di nove specie mediterranee, come il mirto, il biancospino, la ginestra, l’alloro. Le differenti personalità delle piante permettono alla siepe di avere un aspetto irregolare e spontaneo, come in natura, e miscugli di colori molto suggestivi.

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20.555 €
Obiettivo 20.555 €
791
Sostenitori
0
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Silvia Fundone
100 € - 4 anni fa
Stefania Berinucci
25 € - 4 anni fa
Daniela Spicca
50 € - 4 anni fa

Premessa sui benefici della campagna su cittadini e turisti

La vita cittadina può offrire molti benefici, grazie alle maggiori opportunità di formazione, impiego, socialità e all’accesso a cure specifiche.

La globalizzazione ha portato grandi vantaggi, ma il prezzo da pagare per la società è stato l’inesorabile allontanamento dai borghi e dalla natura. Spostarsi nei grandi centri urbani ha obbligato le persone in spazi ristretti e spesso grigi, e a condividere il proprio tempo libero con le folle dei mezzi pubblici.

La vita metropolitana è un fenomeno complesso, e nonostante i suoi molteplici aspetti positivi, da tempo la scienza ha individuato anche quelli dannosi per il benessere fisico, come l’aumento delle malattie cardiovascolari e respiratorie. Inoltre, recenti studi hanno dimostrato come possa avere effetti negativi anche sulla salute mentale, soprattutto quando il cittadino non ha la possibilità di abitare in quartieri di qualità. Il rischio di cadere in depressione è più alto del 20% rispetto a chi vive in provincia. A questo si associano anche rischi più alti di sviluppare psicosi o disturbi d’ansia.
Questi dati confermano perciò quanto sia indispensabile che le persone abbiano la possibilità di riscoprire il contatto con la natura.

La campagna riesce, per esempio, a normalizzare i parametri fisiologici di frequenza cardiaca, pressione e ormoni dello stress.
La natura migliora le capacità d’attenzione e stimola il pensiero creativo. Contemplare alberi e i fiori ha un effetto calmante, fa diminuire l’attività della corteccia prefrontale responsabile della pianificazione, e stimola le aree cerebrali legate alla regolazione delle emozioni.
Il silenzio della campagna facilita la concentrazione e la soluzione dei problemi, il verso degli uccelli aiuta ad alleviare lo stress e diminuisce l’aggressività degli automobilisti.

Tuttavia, uno studio condotto online da YouGov per conto di VELUX in 15 paesi (inclusi Europa e Stati Uniti), fra marzo e aprile 2019, su 17mila intervistati, ha dimostrato che trascorriamo in media meno di un’ora alla settimana all’aria aperta.

Nell’ultimo decennio è dunque nata un’esigenza importante di ritornare alla natura e di prestare più attenzione al benessere psico-fisico, e una fetta di turismo e del mercato dell’accoglienza sempre più coglie questo bisogno, non solo per gli appassionati del green, ma anche per chi non può permettersi di abitare in provincia, per offrire esperienze positive e soggiorni di benessere all’interno di spazi bucolici e rilassanti.

Come nasce l'idea del "Podere Cafasso"

Il “Podere Cafasso” nasce dalle consapevolezze appena descritte. Due ragazzi di Milano sono incastrati in una routine fatta di uffici, smog, mezzi pubblici affollati e poco tempo libero. Provengono entrambi da famiglie contadine, e ormai stanchi dello stress metropolitano, accarezzano l’idea di entrare nel turismo green per poter rivivere le tradizioni familiari e lavorare in maniera più sana, e offrire lo stesso privilegio a tutte le persone bisognose di staccare la spina o di ritrovare un rapporto con la natura.

La ricerca di una soluzione ideale si conclude nel paese d’origine di uno dei due, a Capaccio Paestum, in provincia di Salerno, proprio alle porte del Cilento. Territorio molto quotato per i suoi paesini rimasti fedeli al passato, per le escursioni in montagna e i mari limpidi della costa.
Qui trovano un grande rudere del ’50, con un terreno agricolo, in mezzo alle coltivazioni di granturco e alle casette del borgo. Il rudere è stato dimora di diverse famiglie di coltivatori e pastori, che si sono susseguite nei decenni. Da quindici anni è ormai in stato di abbandono, i solai sono crollati e sul tetto crescono erbacce.
I pochi alberi da frutto della tenuta sono ricoperti di rovi, la terra è dura per l’incuria e invasa da sole erbacce. Ma in lontananza si può ammirare la maestosa montagna di Capaccio, e alle spalle si scorgono le antiche mura del centro storico di Paestum. Nel posto si respira pace e profumi di fiori spontanei.
La location è perfetta.

Location e itinerari

Il “Podere Cafasso” si trova a Capaccio Paestum, alle porte del Cilento, in un territorio che coniuga il mare e la montagna, ricco di storia, natura e amore per la cucina.

La tenuta possiede un accesso privato che sbocca direttamente sulla Strada Statale 18, collegamento che abbraccia tutte le mete turistiche del salernitano da Nord a Sud. È a 1 km dalla stazione ferroviaria, ed è a 15 minuti dall’autostrada.
È perciò un punto perfetto per progettare vacanze di relax, ma anche se si intende spostarsi ogni giorno per visitare i molti itinerari, sia in macchina che in treno.
Il “Podere” a 5 km dalle spiagge bandiera blu, e a 1 solo km dal celebre parco archeologico dell’antica città di Paestum, con i suoi suggestivi templi greco-romani, patrimonio Unesco.
La mozzarella di bufala è un fiore all’occhiello del comune, mentre proprio nel borgo in cui è situato il “Podere” ha sede un gruppo ufficiale di trekking, con cui è possibile visitare ogni settimana località e sentieri di montagna, del Cilento e della costiera Amalfitana.

Ecco alcune mete raggiungibili dal “Podere Cafasso”: 
- Agropoli, 10 km
- Trentinara, 15 km
- Grotte di Castelcivita, 25 km
- Santa Maria di Castellabate, 25 km
- Felitto e le gole del Calore, 35 km
- Il paese fantasma di Roscigno Vecchia, 35 km
- Acciaroli, 45 km
- Parco archeologico di Velia, 45 km
- Amalfi e costiera Amalfitana, 70 km
- Camerota, 80km
- Palinuro, 80 km
- Sapri, 90 km
- Certosa di Padula, 100 km
- Casaletto Spartano e Capelli di Venere, 100 km

Riqualificare il casale in Country House

Il progetto prende così il nome di “Podere Cafasso” per riabilitare l’antica epoca della riforma fondiaria avvenuta nelle campagne del comune di Capaccio Paestum.

Vorremmo ristrutturare e restaurare il casale, trasformandolo in una country house dotata di nove camere di diverse metrature, ognuna con bagno privato.

L’ambizione della country house “Podere Cafasso” è quella di poter dare ai turisti, agli appassionati di natura e a chi abita in città la possibilità di sperimentare un’esperienza di vita in campagna, con colazioni in giardino, percorsi didattici, ma anche raccogliendo i frutti dell'orto, passando del tempo con gli animali o facendo un picnic nel nostro bosco.

Emergenza Covid-19

Pieni di speranze, abbiamo acquistato il rudere nel gennaio del 2020, dopo aver procacciato dei prestiti ad hoc. Un mese esatto dopo è avvenuto l'impensabile: l'arrivo del virus che ha bloccato il mondo.

Ci è voluta una resilienza scellerata e un grande amore per la terra e i fiori per non perdersi d’animo.
E abbiamo fatto un lavoro immane, noi due da soli, preparando il terreno per tutti i progetti naturalistici che saranno parte integrante dell’esperienza che vorremo offrire ai nostri futuri visitatori.

Purtroppo il Covid-19 ha messo in crisi questo tipo di investimenti, perché la nostra dovrebbe essere una country house, cioè una struttura ricettiva di campagna con attività didattiche, e il settore più compromesso dal virus è proprio quello dell’accoglienza e del turismo, e non è ancora chiaro come si evolverà il settore dei viaggi.
Quindi i soldi per la ristrutturazione sono per ora svaniti. Gli strumenti finanziari che ci avrebbero permesso di portare a compimento il progetto sono bloccati e in realtà siamo stati in qualche modo fortunati ad aver ottenuto il finanziamento per l’acquisto poche settimane prima del lockdown. 
Ecco perché nasce l’idea di mettersi in gioco su Eppela con il crowdfunding e dare al nostro progetto una nuova opportunità.

Come verranno utilizzati i fondi - Primo Step

Il percorso di restauro del casale sarà lungo e articolato, e percorrerà vari step, quali mettere in sicurezza lo stabile con la ricostruzione dei solai e del tetto, creare un fossato per il drenaggio delle acque pluviali, realizzare impianti di riscaldamento e cappotti termici, mettere a norma gli impianti elettrici e idraulici, rifare la facciata e creare le varie camere.

In questa prima fase di crowdfunding, il nostro obiettivo è di raccogliere la somma necessaria per riuscire ad avviare il cantiere e ad acquistare i materiali iniziali per il tetto.

Il nostro architetto

Ottavia Voza, nata nel 1962, è architetta e dottore di ricerca, ed è impegnata da oltre un trentennio in attività di progettazione e di ricerca nel campo del recupero dei centri storici e dei beni monumentali e paesaggistici, in Italia e nei paesi del bacino del Mediterraneo.

E’ progettista del Piano di Recupero, del Piano del Colore e del Programma Integrato del Centro Storico di Capaccio Paestum. Nella città antica di Paestum si è occupata dello studio dell’impianto urbano e dello studio e restauro di diversi monumenti, compreso quello, in corso di realizzazione, della cinta muraria. È autrice di diversi progetti di Parchi Archeologici in sud Italia. 
Attualmente è professore a contratto di Restauro presso la Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’Università di Salerno.
E’ stata sin dagli inizi degli anni ottanta attivista in campo ambientale, contribuendo alla istituzione dell’Oasi Dunale di Torre di mare, in campo culturale, essendo stata tra i soci fondatori nel 1993 della Fondazione Paestum, e più recentemente anche nel campo dei Diritti Civili, come responsabile nazionale per i diritti delle persone trans in Arcigay dal 2012 al 2018. 
Ottavia è una donna trans, genitore di due figli di 23 e 19 anni.


Obiettivi ambientali e culturali del "Podere Cafasso"

Gli obiettivi del progetto "Podere Cafasso" sono molteplici:

- Rivalutazione storica del fabbricato, attraverso interventi di ristrutturazione e arredamento compatibili e fedeli al periodo originale, e conversione in country house per l’accoglienza degli ospiti;
- Riforestazione della tenuta, spogliata dalle coltivazioni intensive, attraverso un bosco planiziale di lecci, olmi, cercis, querce e aceri;
- Riqualificazione ambientale, con la semina di specie spontanee in genere combattute o che spariscono con l'uso dei diserbanti (come malve, tarassaco, borragine e papaveri), l'impianto di alberi usati nell’artigianato (come i salici), specie ornamentali da fiore per gli insetti utili alla lotta biologica, e piante officinali;
- Recupero delle pratiche antiche, come l’intreccio dei cestini o l’essiccazione di erbe e ortaggi;
- Offrire percorsi sensoriali all’interno della tenuta, offrendo la possibilità ai futuri clienti di poter raccogliere ortaggi, frutta, spezie e uova dal pollaio, di ascoltare il cinguettio delle rondini, ma anche di imparare l’arte della semina, delle talee e degli innesti, con giornate dedicate al giardinaggio;
- Offrire un soggiorno completamente immersi nel verde, restando comunque a 1 km dal centro storico e con accesso diretto alla Statale SS18, che collega il Cilento all'autostrada.

I punti di forza del “Podere Cafasso”

Al “Podere Cafasso” l’obiettivo di ricreare un ambiente rurale rilassante, didattico e pieno di attività ricreative passa attraverso una serie di idee disegnate e poi concretizzate con le nostre sole forze, attualmente in corso d’opera ma già attive.

Per noi ha un significato molto importante essere entrati in un campo incolto e aver iniziato da zero a dare vita ai vari ecosistemi della tenuta, e per farlo abbiamo scelto piante da vivaio quasi esclusivamente giovani, o ottenute da enti ambientali, o ancora ricavate da semina, donazioni da tutta Italia o talee provenienti da diverse zone del Cilento.

Qui di seguito tutti i progetti, alcuni non ancora attuati, altri da pochi mesi, motivo per cui hanno un aspetto ancora precoce, ma prevediamo che le grandezze ideali di tutti gli ecosistemi si otterranno entro un anno. Con la visione delle foto potrete infatti già ammirare la metamorfosi che alcuni progetti hanno avuto in soli tre mesi dall'inizio dei lavori.

Dossi della biodiversità e osservatorio degli insetti

Sono tre piccole colline che affiancano il casale, di altezza irregolare, costituite da una base di drenaggio di ciottoli, terra e terrazzamenti di legno e tufo. La forma verticale è ideale per lo sviluppo delle erbe aromatiche e i fiori di campo, che non gradiscono i ristagni.

Due di questi dossi ospitano sul fianco esposto a Sud molte specie aromatiche e officinali, come rosmarino, melissa, calendula, mentre il fianco esposto a Nord accoglie bulbose, erbacee spontanee di campagna come il tarassaco, cespugli ornamentali.

Il terzo dosso è invece rivestito di piante grasse.

Questi dossi hanno varie funzioni. Permettono la raccolta delle aromatiche per uso sia alimentare (come decotti) che artigianale (per produrre oli o saponi); di osservare il prolificare degli insetti, soprattutto quelli per la lotta biologica (come le coccinelle) e il loro ciclo vitale, dalle coccinelle ai bruchi alle api, grazie ai fiori e ad apposite casette di legno; di capire come nidificano le lucertole e quanto sono preziose per l’ecosistema; di verificare come l’affollamento di specie vegetali permetta al terreno di mantenersi umido e riparato dal sole; di comprendere come le piante spontanee possano coesistere con quelle coltivate, senza essere considerate di disturbo ma anzi un arricchimento.

Bosco planiziale

Piccola macchia boschiva di forma circolare con alberi di quercia, leccio, frassino, acero, olmo e alloro. Il suo valore è sia ambientale che storico, poiché simboleggia il recupero e la salvaguardia di specie arboree originarie della piana.

La macchia arborea ha un recinto grossolano di ceppi e massi, contornato a sua volta da frutti di bosco, asparagi selvatici, cespugli della macchia mediterranea ed edere. Questo recinto ha la funzione di mantenere all’interno del bosco umidità e ombra, condizioni necessarie per la decomposizione delle foglie secche e la nascita dell’humus. Al centro del bosco, invece, è presente una collina di rocce e terra, su cui vengono coltivate bulbose, erbe e felci di montagne, specie bisognose di humus e umidità, dalle fioriture che variano da gennaio a novembre.

Frutteto

Un’area visitabile riservata a trenta alberi da frutto, come il ciliegio, il melo e gli agrumi, con due filari di vite e di kiwi.

Inoltre, il “Podere Cafasso” intende dedicare una parte del frutteto biologico alla ricerca e al recupero di varietà antiche.


Pollaio

Ampio recinto con casetta per galline e oche, e per la raccolta delle uova a uso domestico o come attività didattica per i clienti.

Questo progetto non è stato ancora realizzato.

Spazio giardinaggio

Un gazebo con bancone, vasi e utensili per imparare insieme l’arte del giardinaggio, la realizzazione di cestini, gli usi delle erbe, le basi della semina e le tecniche di talea. Gli ospiti potranno anche realizzare da sé delle talee in vaso prelevando piantine della tenuta, e portarle a casa come ricordo.

Questo progetto non è stato ancora realizzato.

Orto

Un’area visitabile e divisa in settori, con un orto classico per specie perenni e di stagione, uno spazio adibito a orto sinergico e uno realizzato con cassoni per l'agricoltura verticale.

Questo progetto non è ancora ultimato.

Stagno

Una vasca di 3 metri per 9, su tre livelli di altezze (70 cm per le specie acquatiche da fondo, 30cm per le specie da mezzo fondo e riva per le bordure). Lo stagno è interamente ricoperto di terra, per garantire tutti i processi naturali dell’ecosistema, e funziona senza filtri meccanici. La sua purificazione avviene con un equilibrio naturale tra diverse piante che ossigenano e filtrano (come la Typha e la Pontederia cordata) e animali (come le vongole di fiume e le lumache). L’assenza di antagonismo garantisce agli abitanti dello stagno di nidificare sulle sponde e nelle rientranze, e ai visitatori di osservare da vicino i nidi, le uova e la crescita delle forme di vita.

Canale di pietra

È l’antico sistema del consorzio per il trasporto delle acque agricole, oggi in disuso, ed è all’interno della tenuta. È stato ripulito ed è ancora in perfette condizioni. Alle sue spalle è stato piantato un filare di salici gialli e bianchi, e piante di agnocasto, specie tipiche dei canali rurali.

Recinzioni per more e insetti utili

Uno dei problemi iniziali che abbiamo affrontato al Podere Cafasso è stato quello di circoscrivere il perimetro: costruire un muretto oppure no? Oltre all’enorme spesa economica, sarebbe stata un’enorme colata di cemento. Così abbiamo optato per vegetazione e artigianato.

Recinzione 1: su uno dei lati (la tenuta ha una forma triangolare) al nostro arrivo c’era una grossa muraglia di rovi incolti, che invadeva la proprietà per diversi metri di larghezza, lì dove ci sarebbe dovuta essere la stradina d’uscita. Così abbiamo avuto un’idea: radere al suolo i rovi per recuperare il sentiero, costruire una recinzione grossolana ed “educare” in altezza i nuovi rovi che sarebbero nati. L’obiettivo ambizioso è quello di avere una parete vegetale non più selvatica ma intrecciata alla rete, così da poter dare agli ospiti l’opportunità di raccogliere le more in estate, un'esperienza che ha accompagnato l'infanzia di molti.

Recinzione 2: farfalle e api sono insetti impollinatori estremamente utili per l’ambiente, ma a causa dei pesticidi usati nelle coltivazioni intensive, stanno sparendo. Non solo, a causa dei cambiamenti climatici, le api rimaste non affrontano più il letargo naturale. Svegliandosi prima del previsto, faticano a trovare nutrimento in periodi che non combaciano con le fioriture. Per questo, la seconda recinzione della tenuta è stata dedicata a piante rampicanti che fioriscono in tempi diversi dell’anno, come il Jasminum nudiflorum o gelsomino giallo, che sboccia a gennaio, la Wisteria o glicine, che si risveglia a marzo, la Passiflora che fiorisce a giugno e così via, molte altre.

Siepe mediterranea

La parte frontale della tenuta è circoscritta da una siepe di nove specie mediterranee, come il mirto, il biancospino, la ginestra, l’alloro. Le differenti personalità delle piante permettono alla siepe di avere un aspetto irregolare e spontaneo, come in natura, e miscugli di colori molto suggestivi.

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Email di ringraziamento con foto e aggiornamenti sui progressi dei lavori al Podere Cafasso.

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Ti aspettiamo dall'estate 2021 per una giornata al Podere Cafasso, con visita della tenuta e picnic per due persone, all'interno del boschetto, con telo, cuscini e un cestino per la merenda a base di salumi, formaggi, verdure sott'olio e fresella al pomodoro.

100€ o più

Ti aspettiamo dall'estate 2021 per una giornata al Podere Cafasso, con visita della tenuta e picnic per quattro persone, all'interno del boschetto, con telo, cuscini e un cestino per la merenda a base di salumi, formaggi, verdure sott'olio e fresella al pomodoro.

Ambiente
Obiettivi:
Energia pulita e accessibileVita sott'acquaVita sulla terra
Progetti correlati
Ymir ha bisogno di noi!

Ymir è la grande madre ippoasiana: arrivata ormai quasi cinque anni fa, dopo essere stata trovata vagante nella provincia di Pisa con la sua cucciola Historia.

Nel 2021 ha dato alla luce due splendide agnelle, Ada e Grace, in seguito ad una gravidanza inaspettata causata da una castrazione non andata a buon fine. Dopo qualche mese ha adottato anche Arthur Libero, figlio della sua amica Selvaggia, morta a causa della debilitazione di un corpo troppo stanco per dare la vita.

Ymir si è presa cura di tutte le sue figlie, con premura e pazienza, con una dignità commovente e una caparbietà unica.

Oggi Ymir ha bisogno di noi: a causa di un trauma da cornata ha subito un intervento delicato per gestire uno sventramento della parete addominale, che poteva diventare molto rischioso e portarla alla morte.

L'operazione è avvenuta ieri (1 agosto) all'Ospedale Didattico Veterinario Mario Modenato di San Piero A Grado ed è andata molto bene. Ymir si è risvegliata in salute, ha appetito e viene monitorata costantemente dalle veterinarie.

Per i ruminanti le anestesie totali e gli interventi chirurgici sono sempre molto rischiosi e non è scontata la loro buona riuscita. Siamo quindi felicissime per la nostra amica, che resterà in degenza operatoria ancora per alcuni giorni.

Dovremo sostenere una spesa molto elevata, ma non ci siamo tirate indietro in alcun modo: nessuna viene lasciata alle nostre spalle!

La cifra totale da sostenere corrisponde a 2.500 euro, come vedete dal dettaglio della notula inserito in allegato.

Ippoasi sta affrontando un momento di enormi spese, sia gestionali quotidiane che impreviste. Questo è un anno importante e con il vostro aiuto potremo realizzare i nostri obiettivi, continuando a prenderci cura degli animali rifugiati come Ymir.

Qualsiasi donazione sarà ben accetta e ci riempirà di gratitudine.

Grazie a chi sosterrà questa raccolta fondi, anche con una condivisione!

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-82 Giorni
Lotta contro il cambiamento climaticoVita sulla terraPace, giustizia e istituzioni solide
On Earth

Il progetto

On Earth è un progetto che nasce nel 2018 dopo la tempesta perfetta avvenuta in Liguria in autunno che ha devastato la costa. Nello stesso anno l'ENEA pubblica la mappa dell'Italia al 2100 dove l'innalzamento marino cambierà radicalmente la geografia dei nostri territori, così questo fattore insieme alla riduzione dei ghiacciai alpini hanno contribuito alla creazione di On Earth.
La fotografia fino dalla sua invenzione è stata testimone dei cambiamenti del paesaggio e del territorio, così anche nel caso del cambiamento climatico se un paesaggio non riusciamo a salvarlo almeno lo possiamo ricordare nella nostra camera dei ricordi con la fotografia.

Pellestrina, fotografia di Marco Introini

Sono state individuate quattro aree oggetto delle campagne fotografiche: Alpi Nord Occidentali, Mar Ligure, Mar Adriatico. A partire dal 2018 Introini e Piccardo hanno fotografato la riviera ligure di ponente, il complesso del Monte Bianco, la Laguna veneta e prossimamente termineranno la loro ricerca nel Mar Adriatico.

On Earth rappresenta il primo passaggio di un progetto più articolato che prevede la pubblicazione di un libro fotografico per il quale stiamo chiedendo il sostegno, la realizzazione di una mostra itinerante, una serie di presentazioni della ricerca fotografica nelle scuole nei luoghi indagati dai fotografi.

 

Alassio, fotografia di Emanuele Piccardo

Obiettivi

L'obiettivo è rendere consapevoli, attraverso un pensiero etico sulla natura, le comunità. Questo avviene con la fotografia attraverso lo sguardo di due fotografi che da diversi anni operano per documentare gli ambiti naturali tra la montagna e il mare, sia nel Nord-Ovest sia al Sud. L'innovazione del progetto non è raccontare i fenomeni climatici durante la loro manifestazione bensì misurarne gli effetti nei territori, gli effetti delle mareggiate ad Alassio (SV), il ritiro del lago del Miage in Valle d'Aosta, il passaggio tra Laguna e mare alle bocche di porto al Lido di Venezia e poi a maggio 2024 il litorale romagnolo di Rimini e Riccione. La visibilità mediatica di alcuni luoghi come Venezia è unica e irripetibile, altri territori non avranno la mediaticità della città lagunare ed è in quei luoghi che i fotografi hanno concentralo il loro sguardo.

Questi obiettivi vengono sintetizzati nel libro fotografico edito da plug_in (https://www.plugin-lab.it/index.php/category/book/), associazione culturale nata nel 2003 per diffondere la cultura architettonica e artistica nei territori che, dal 2007, diventa casa editrice grazie alla collaborazione con Artiva Design (www.artiva.it).

Chi siamo

Plampincieux, Valle d'Aosta, fotografia di Marco Introini

Marco Introini (Milano 1968)
Laureato in architettura presso il Politecnico di Milano.
Fotografo documentarista di paesaggio e architettura, è docente di Tecniche della rappresentazione dello spazio e di Rappresentazione del patrimonio costruito presso il Politecnico di Milano, di Fotografia dell’architettura presso la scuola di fotografia Bauer. Inserito nei venti fotografi di architettura protagonisti degli ultimi dieci anni da Letizia Gagliardi in “La Misura dello Spazio”. Nel 2015 è stato chiamato dalla Regione e dal Ministero per i beni culturali per documentare l’architettura dal dopoguerra ad oggi, sempre nello stesso anno viene invitato da OIGO (Osservatorio Internazionale sulle Grandi Opere) alla campagna fotografica sulla Calabria The Third Island. Nel 2016 ha esposto Ritratti di Monumenti al Museo d’Arte Moderna MAGA; partecipa alla XXI Triennale con Warm Modernity_Indian Paradigm (curato da Maddalena d’Alfonso) che, con omonimo libro, ha vinto il RedDot Award 2016.  
Nel 2021 ha lavorato a differenti progetti fotografici tra cui il patrimonio industriale di Lecco e il patrimonio boschivo della alta valle del Tanaro e nel 2022 con il lavoro La fiumara dell’Amendolea ha partecipato a La Biennale dello Stretto curata da Alfonso Femia con il quale sta elaborando alcuni progetti fotografici su città italiane ed europee.
Nel 2023 è stato invitato dal MAN (Museo d’Arte della provincia di Nuoro) a partecipare workshop INFOSFERA
dedicato alla collaborazione fra artisti e architetti per una lettura del paesaggio e la creazione di nuove narrazioni.
Le sue opere sono conservate alla Fondazione MAXXI, CSAC, Museo MAGA, Fondazione AEM, MAN.
Ha al suo attivo molteplici pubblicazioni e mostre di architettura e paesaggio. 

Miage, Valle d'Aosta, fotografia di Emanuele Piccardo

Emanuele Piccardo (Genova 1972)

Architetto, critico di architettura, fotografo e filmmaker. Ha fondato nel 2002 la rivista elettronica scientifica
archphoto.it e nel 2003 fonda l’associazione culturale plug_in (www.plugin-lab.it). E’ stato invitato a tenere lezioni a New York, Princeton, Los Angeles, Roma, Torino, Milano, Venezia, Firenze. La sua ricerca si è concentrata sull’Architettura Radicale Italiana, le sperimentazioni architettoniche e artistiche nel deserto nordamericano, l'architettura italiana del dopoguerra e del Mid-Century californiano. 
Nel 2013 vince con Amit Wolf e la Woodbury University il Graham Foundation Grant per il progetto “Beyond Environment”. Nel 2015 vince l’Autry Scholar Fellowship con il progetto “Living the frontier”.
Dal 2009 al 2017 Piccardo ha realizzato film sull’architettura e in particolare su Adriano Olivetti, Giancarlo
De Carlo, Paolo Soleri, Vittorio Giorgini.
Dal 2016 a oggi la sua ricerca si è focalizzata sulla rigenerazione urbana e sociale delle aree interne italiane:
Nasagonando Art Project (2016-2019) a Ormea (CN), la summer school Laboratorio Umano di
Rigenerazione Territoriale (2020) a Riesi (CL), la Petites Folies Summer School (2021) a Garessio (CN).
Nel 2023 è curatore scientifico del festival di architettura “Abitare la Vacanza”, vincitore dell’avviso Festival
Architettura II ed., promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della
Cultura; la sua ricerca sull’architettura radicale entra nella collezione del Canadian Centre for Architecture di Montréal; viene insignito del Premio Bruno Zevi per la diffusione della cultura architettonica da Inarch
Liguria.
La sua opera fotografica è conservata al MAXXI a Roma, alla Bibliothèque Nationale

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