Chi siamo Il Centro Diurno il Faro nasce il 16 febbraio 2004 a Scandicci grazie alla creazione di un’Associazione Temporanea d’Impresa fra le cooperative sociali “Gaetano Barberi”, “Il Girasole” e all’Associazione “Cui-I ragazzi del sole”. Accogliamo fino a 20 persone giorno con disabilità psico-fisica di grado medio-lieve. Ogni nostro ospite accede al centro attraverso una valutazione del progetto di vita da parte dell’assistente sociale del territorio di riferimento. Il centro propone attività di tipo manuali, cognitive e affettivo-relazionali come: palestra, sartoria, bricolage, orto, bomboniere, cesti, training volti allo sviluppo delle autonomie di vita quotidiana e dell’affettività, attività di formazione, musica e percussioni.
L’obiettivo è l’implementazione, lo sviluppo e il mantenimento delle abilità relative all’aree di sviluppo emotivo, relazionale, lavorativo, professionale e delle autonomie.
Il Centro attraverso un’attenta analisi delle capacità e dei bisogni del singolo, propone un progetto educativo individualizzato volto a favorire la piena autonomia attraverso inserimenti lavorativi e/o socio-terapeutici. Il nostro progetto: dal fotoromanzo allo spettacolo teatrale
Il periodo del Covid ci ha costretto a chiusure, ad ingressi contingentati, a videochiamate. La distanza si è fatta sentire e per questo motivo nell’estate 2021 si è reso necessario fare qualcosa che facesse ritrovare ai nostri ospiti il senso del gruppo e del lavorare in squadra.
È nata così l’idea di realizzare un fotoromanzo coinvolgendo tutti i presenti nella sua realizzazione scrivendone la storia e i relativi dialoghi, producendo attraverso i laboratori interni di sartoria e di bricolage i costumi e le scenografie. È stato un lavoro lungo e importante che ha regalato grande soddisfazione ai nostri ospiti e ha dato la possibilità all’equipe educativa di osservare come, lavorando sull’espressività e sulla recitazione, anche i soggetti meno autonomi posso essere coinvolti e attivi nella relazione degli uni con gli altri. Per tali motivi abbiamo pensato di rendere il fotoromanzo uno spettacolo teatrale al fine di consolidare le capacità sia pratiche che cognitive, potenziare il senso di gruppo/appartenenza, incoraggiare la sfera creativa ed espressiva, comprendere e rispettare le regole di vita comunitaria, dello spazio personale e quello altrui e incrementare l’autostima e la sicurezza di sé.
Il nostro sogno L’obiettivo principale è poter presentare nella primavera del 2024 il nostro spettacolo teatrale dove per l’occasione tutti: ospiti, operatori, educatori e psicologi vestiremo i panni di personaggi da noi creati all’interno di uno set teatrale dai contorni “gialli” densi di mistero. È un’esperienza emozionante e divertente che ci permette prova dopo prova, atto dopo atto, di osservare, integrare, riconoscere e sviluppare nuove abilità attraverso l’espressione corporea.
L’utilizzo del linguaggio verbale e non verbale, della musica o del contatto con l’altro stimolano ogni partecipante in modo diverso e lo portano ad entrare in relazione col gruppo ed esprimere nuove parti di sé. Il “saper essere” e del “saper stare” diventano così aspetti fondamentali per l’autonomia di ogni singolo partecipante.
Come contribuire
Puoi contribuire alla campagna tramite le seguenti modalità: - donando direttamente su questa pagina cliccando sul pulsante “Contribuisci”, - tramite bonifico al conto corrente dedicato - IT37X0306909606100000071656 - intestato a Gaetano Barberi Cooperativa Sociale Onlus, indicando nella causale: erogazione liberale per campagna di crowdfunding “Un Faro a Teatro” in corso su Eppela.
Chi siamo Il Centro Diurno il Faro nasce il 16 febbraio 2004 a Scandicci grazie alla creazione di un’Associazione Temporanea d’Impresa fra le cooperative sociali “Gaetano Barberi”, “Il Girasole” e all’Associazione “Cui-I ragazzi del sole”. Accogliamo fino a 20 persone giorno con disabilità psico-fisica di grado medio-lieve. Ogni nostro ospite accede al centro attraverso una valutazione del progetto di vita da parte dell’assistente sociale del territorio di riferimento. Il centro propone attività di tipo manuali, cognitive e affettivo-relazionali come: palestra, sartoria, bricolage, orto, bomboniere, cesti, training volti allo sviluppo delle autonomie di vita quotidiana e dell’affettività, attività di formazione, musica e percussioni.
L’obiettivo è l’implementazione, lo sviluppo e il mantenimento delle abilità relative all’aree di sviluppo emotivo, relazionale, lavorativo, professionale e delle autonomie.
Il Centro attraverso un’attenta analisi delle capacità e dei bisogni del singolo, propone un progetto educativo individualizzato volto a favorire la piena autonomia attraverso inserimenti lavorativi e/o socio-terapeutici. Il nostro progetto: dal fotoromanzo allo spettacolo teatrale
Il periodo del Covid ci ha costretto a chiusure, ad ingressi contingentati, a videochiamate. La distanza si è fatta sentire e per questo motivo nell’estate 2021 si è reso necessario fare qualcosa che facesse ritrovare ai nostri ospiti il senso del gruppo e del lavorare in squadra.
È nata così l’idea di realizzare un fotoromanzo coinvolgendo tutti i presenti nella sua realizzazione scrivendone la storia e i relativi dialoghi, producendo attraverso i laboratori interni di sartoria e di bricolage i costumi e le scenografie. È stato un lavoro lungo e importante che ha regalato grande soddisfazione ai nostri ospiti e ha dato la possibilità all’equipe educativa di osservare come, lavorando sull’espressività e sulla recitazione, anche i soggetti meno autonomi posso essere coinvolti e attivi nella relazione degli uni con gli altri. Per tali motivi abbiamo pensato di rendere il fotoromanzo uno spettacolo teatrale al fine di consolidare le capacità sia pratiche che cognitive, potenziare il senso di gruppo/appartenenza, incoraggiare la sfera creativa ed espressiva, comprendere e rispettare le regole di vita comunitaria, dello spazio personale e quello altrui e incrementare l’autostima e la sicurezza di sé.
Il nostro sogno L’obiettivo principale è poter presentare nella primavera del 2024 il nostro spettacolo teatrale dove per l’occasione tutti: ospiti, operatori, educatori e psicologi vestiremo i panni di personaggi da noi creati all’interno di uno set teatrale dai contorni “gialli” densi di mistero. È un’esperienza emozionante e divertente che ci permette prova dopo prova, atto dopo atto, di osservare, integrare, riconoscere e sviluppare nuove abilità attraverso l’espressione corporea.
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Per sei anni, il Teatro Il Mulino di Piossasco è stato tutto questo. Grazie al lavoro della compagnia Mulino ad Arte, non è stato solo un luogo di spettacoli, ma uno spazio vivo, aperto, dove 9.000 persone all'anno – spettatori, artisti, studenti, associazioni – si sono ritrovate, confrontate, emozionate. Abbiamo portato il nome di Piossasco in tutta Italia e in dieci Paesi europei con il nostro Teatro a Pedali. Abbiamo costruito una delle stagioni culturali più ricche della regione. Ma ora, questo percorso rischia di interrompersi.
Dal 1° gennaio 2025 l'amministrazione comunale di Piossasco ha azzerato il suo contributo per la gestione del Teatro Il Mulino. Il 31 luglio prossimo, inoltre, scadrà l'attuale concessione e ci è stata proposta una proroga tecnica, ma alle stesse condizioni: nessun sostegno, nessuna risorsa. Intanto, come Mulino ad Arte abbiamo già sostenuto numerose spese per la stagione teatrale e per il Festival 2025, scoprendo solo dopo che non ci sarebbe più stata alcuna copertura pubblica.
Siamo artisti, non politici. Ma crediamo che dove c’è volontà, c’è sempre una strada. E oggi, questa strada passa anche da voi. Se pensate che la cultura debba continuare a vivere, se credete che valga la pena difendere il lavoro di chi ogni giorno la porta avanti con passione e coerenza, vi chiediamo di sostenerci.
Ogni contributo – grande o piccolo – ci aiuterà a far fronte agli impegni già assunti, e a non lasciare che tutto ciò che abbiamo costruito in questi anni vada perduto. Aiutateci a tenere in vita un progetto culturale libero, indipendente, necessario.
Non chiediamo di salvare un edificio, ma di dare futuro a un’idea. A una visione collettiva. A una compagnia che ha fatto della cultura una missione.