Noi siamo G. I. R. A. F. F. A, un’associazione di donne che si occupa di donne vittime di violenza maschile in tutte le sue declinazioni.
Con Riannodiamo acquisteremo dei vecchi telai con i quali realizzare un laboratorio di tessitura artigianale.
Il laboratorio costituito dalle donne che si rivolgono al cav Paola Labriola ha l’obiettivo di insegnare loro un mestiere, per intraprendere un percorso di autonomia economica ed inserimento socio-lavorativo.
L’auspicio è che le stesse diventino a loro volta formatrici di altre donne con cui fare rete e creare forme di associazionismo lavorativo e auto impresa.
Le donne che imparano a riannodare i fili della loro vita, in realtà imparano a ritessere sé stesse e a ricucire le ferite delle violenze subite. Le donne coinvolte non solo potranno acquisire competenze sartoriali, imparare un lavoro ma soprattutto avranno l’opportunità di intraprendere un percorso di sostegno e assistenza psicologica che le aiuti a recuperare fiducia in sé stesse e consapevolezza della loro persona e delle loro capacità.
La vendita dei vestiti e manufatti realizzati le sosterrà.
Come utilizzeremo i fondi raccolti:
I telai sono soggetti a usura e i materiali (attrezzature e stoffe) sono terminati.
Aumentando il numero dei telai si permetterà inoltre ad un numero maggiore di donne di partecipare ai percorsi formativi.
Pertanto i € 10.000 raccolti in crowdfunding serviranno a:
Acquisto 4 nuovi telai
Manutenzione vecchi telai
Acquisto stoffe e materiali
Percorso di formazione per le donne coinvolte
Chi c'è dietro al progetto:
L’associazione G. I. R. A. F. F. A. (Gruppo Indagine Resistenza Alla Follia Femminile) è costituita da donne che si occupano di donne vittime di violenza. Essa è nata a Bari il 4 febbraio 1997 sulla base di una esperienza di donne volta alla presa di coscienza da parte delle stesse dei condizionamenti educativi e culturali della società.
L’associazione, vista la positività del gruppo e le problematiche che le stesse vivevano, nel 1998 si è costituita formalmente, dotandosi di un atto costitutivo con relativo statuto e, da quel momento, ha aperto, su base assolutamente volontaristica, il centro d’ascolto per donne maltrattate.
Su come dare aiuto concreto in modo continuativo a donne in difficoltà, G. I. R. A. F. F. A ha organizzato subito la propria azione politica e culturale, consce del fatto che la legge, di per se, avrebbe risolto poco dei problemi che le donne violate o maltrattate avevano subito: esse, per uscire dai rapporti violenti, avevano bisogno di trovare persone e luoghi capaci di ascoltare, di credere in loro, di aiutarle a sottrarsi a situazioni difficili ed a ritrovare la strada per governare la loro vita. E così le associate di G. I. R. A. F. F. A, dopo aver aperto il centro d’ascolto per donne maltrattate, sull’onda dell’emergenza, dovuta alla tratta delle donne per fine di sfruttamento sessuale e, per quell’epoca, delle donne provenienti dai paesi dell’Est, si sono dotate di una casa rifugio, denominata casa dei diritti delle donne. Tutto ciò per Bari e per la Regione Puglia era una grande novità.
Abbiamo portato avanti, nel corso degli anni, una forma di aiuto alle donne, anche con i figli minori, in modo organizzato e sistematico anche se, inizialmente, solo su base volontaristica, con telefoni e luoghi ove era possibile trovare sostegno, essere accolte e credute, sottratte temporaneamente ad una situazione di emergenza da altre donne, capaci di dare assistenza psicologica, sociale, legale, avere un rifugio segreto per interrompere gli agiti violenti.
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Non finanziato
610 €
12
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+5.000 €
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Traguardo:
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Raccolta:
5.000 €
Contributo:
5.000 €
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Il nostro sogno, il nostro impegno:
Noi siamo G. I. R. A. F. F. A, un’associazione di donne che si occupa di donne vittime di violenza maschile in tutte le sue declinazioni.
Con Riannodiamo acquisteremo dei vecchi telai con i quali realizzare un laboratorio di tessitura artigianale.
Il laboratorio costituito dalle donne che si rivolgono al cav Paola Labriola ha l’obiettivo di insegnare loro un mestiere, per intraprendere un percorso di autonomia economica ed inserimento socio-lavorativo.
L’auspicio è che le stesse diventino a loro volta formatrici di altre donne con cui fare rete e creare forme di associazionismo lavorativo e auto impresa.
Le donne che imparano a riannodare i fili della loro vita, in realtà imparano a ritessere sé stesse e a ricucire le ferite delle violenze subite. Le donne coinvolte non solo potranno acquisire competenze sartoriali, imparare un lavoro ma soprattutto avranno l’opportunità di intraprendere un percorso di sostegno e assistenza psicologica che le aiuti a recuperare fiducia in sé stesse e consapevolezza della loro persona e delle loro capacità.
La vendita dei vestiti e manufatti realizzati le sosterrà.
Come utilizzeremo i fondi raccolti:
I telai sono soggetti a usura e i materiali (attrezzature e stoffe) sono terminati.
Aumentando il numero dei telai si permetterà inoltre ad un numero maggiore di donne di partecipare ai percorsi formativi.
Pertanto i € 10.000 raccolti in crowdfunding serviranno a:
Acquisto 4 nuovi telai
Manutenzione vecchi telai
Acquisto stoffe e materiali
Percorso di formazione per le donne coinvolte
Chi c'è dietro al progetto:
L’associazione G. I. R. A. F. F. A. (Gruppo Indagine Resistenza Alla Follia Femminile) è costituita da donne che si occupano di donne vittime di violenza. Essa è nata a Bari il 4 febbraio 1997 sulla base di una esperienza di donne volta alla presa di coscienza da parte delle stesse dei condizionamenti educativi e culturali della società.
L’associazione, vista la positività del gruppo e le problematiche che le stesse vivevano, nel 1998 si è costituita formalmente, dotandosi di un atto costitutivo con relativo statuto e, da quel momento, ha aperto, su base assolutamente volontaristica, il centro d’ascolto per donne maltrattate.
Su come dare aiuto concreto in modo continuativo a donne in difficoltà, G. I. R. A. F. F. A ha organizzato subito la propria azione politica e culturale, consce del fatto che la legge, di per se, avrebbe risolto poco dei problemi che le donne violate o maltrattate avevano subito: esse, per uscire dai rapporti violenti, avevano bisogno di trovare persone e luoghi capaci di ascoltare, di credere in loro, di aiutarle a sottrarsi a situazioni difficili ed a ritrovare la strada per governare la loro vita. E così le associate di G. I. R. A. F. F. A, dopo aver aperto il centro d’ascolto per donne maltrattate, sull’onda dell’emergenza, dovuta alla tratta delle donne per fine di sfruttamento sessuale e, per quell’epoca, delle donne provenienti dai paesi dell’Est, si sono dotate di una casa rifugio, denominata casa dei diritti delle donne. Tutto ciò per Bari e per la Regione Puglia era una grande novità.
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nel 2019 è stata lanciata la prima edizione dell’iniziativa annuale di raccolta fondi “A Natale regala un anno di vita in più a Essere Anziani a Mirafiori sud” e Fondazione Mirafiori ha istituito un fondo dedicato per dare continuità all’attività nel tempo e realizzare interventi e iniziative specifiche
nel 2020 e nel 2021, in concomitanza dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid19, il progetto ha saputo sperimentare e sviluppare strategie e soluzioni in risposta ai bisogni degli anziani, adattabili e modulabili ai cambiamenti delle condizioni sociali, economiche e sanitarie del contesto di riferimento, diventando punto di riferimento cittadino per gli anziani e i loro familiari, per gli operatori del sistema socio-sanitario e per i volontari degli enti del terzo settore
nel 2021, il progetto ha partecipato al progetto Urban Engagement – Azioni comunitarie per il benessere e la coesione sociale nelle periferie, promosso da ASAI, e al progetto CUNFU - L’arte di immaginare il futuro, promosso da Effetto Larsen.
Il progetto aderisce al Tavolo Intersettoriale Circoscrizione 2 - Azione 5.3 – Programma Regionale “Sicurezza nei luoghi di vita - Prevenzione delle cadute” promosso dalla S.C. Emergenze infettive, Prevenzione e Promozione della salute – Dipartimento di Prevenzione dell’ASL Città di Torino nell’ambito del Piano Locale di Prevenzione. Dal 2015, l’ASL Città di Torino fa parte della Cabina di Regia del progetto attraverso il Distretto Sanitario Sud Ovest, condividendone obiettivi, metodologie e modalità di svolgimento.
"L’Europeista" vuol dare voce a chi crede che un'Europa unita e forte rappresenti il miglior destino possibile per l’Italia e i suoi cittadini.
1️⃣ L’Europeista sarà un giornale? No, sarà un uno spazio media e culturale variegato: articoli, video, infografiche, eventi fisici e online.
2️⃣ Chi c’è dietro? Non Soros, sennò non vi chiederemmo soldi (quando arriverà Soros, smetteremo di chiederveli). Il direttore responsabile sarà Piercamillo Falasca, mentre Filippo Rossi sarà direttore editoriale; stiamo poi componendo la (piccolissima) redazione. Alle spalle de L’Europeista ci sarà un’associazione “militante” di europeiste ed europeisti convinti. Come si chiamerà l’associazione? Europafutura. Se vuoi aderire, scrivi a iscrizioni@europafutura.eu con i tuoi dati e un recapito telefonico, ti ricontatteremo entro pochi giorni.
3️⃣ A cosa servono i soldi? Non a pagare Pier e Filippo, che condurranno questa attività gratuitamente, ma la piccola e giovane redazione, le spese tecniche, qualche evento fisico e in prospettiva le analisi e i contenuti più approfonditi, la promozione di campagne e azioni concrete.
4️⃣ Ma c’era bisogno de L’Europeista? La missione de L’Europeista è sensibilizzare i cittadini sull'importanza dell'Unione Europea, promuovendo una narrazione europeista moderna e pragmatica, capace di rispondere alle sfide globali come il declino demografico, l'innovazione tecnologica, il cambiamento climatico, la difesa comune e la gestione delle migrazioni. Il progetto mira a creare una piattaforma di idee che connetta istituzioni, cittadini e giovani europeisti attraverso contenuti di qualità e dibattiti costruttivi.
5️⃣ Anche un piccolo contributo può fare la differenza. Con il tuo aiuto, "L’Europeista" diventerà un luogo e uno strumento di informazione e di dibattito per chi crede nel sogno europeo e vuole renderlo una realtà sempre più solida.