Il femminile plurale prende le mosse dalla rilevazione dei bisogni delle donne accolte nella Casa di Accoglienza e di tutte quelle donne accolte nei progetti, che sentono la necessità di intraprendere un percorso di autonomia e realizzazione personale. In particolar modo durante l’emergenza sanitaria Covid-19, si sono riscontrati bisogni specifici che necessitano di essere presi in carico al fine di intraprendere un percorso di emancipazione personale delle donne, anche in relazione a vissuti familiari talvolta connessi a situazioni di violenza non solo fisica, ma soprattutto psicologica.
Le donne che partecipano allo Spazio Donna dell’Associazione PortAperta spesso sono prive di conoscenze, competenze e strumenti digitali, oggi essenziali per la vita quotidiana, come ad esempio seguire i figli nella didattica a distanza o accedere ai servizi tramite SPID. Si aggiunge anche la necessità di saper utilizzare nuovi strumenti e metodologie per promuovere competenze trasversali e propedeutiche per l’inserimento lavorativo.
Inoltre, tramite il progetto, si intende creare nel territorio aglianese uno spazio di comunità protetto per le donne che presentano fragilità dovute alla condizione familiare e personale, uno spazio di socializzazione e condivisione che possa, anche, evitare il rischio di solitudine ed emarginazione, non solo delle donne, ma conseguentemente dei nuclei familiari.
Sostenendo il progetto ci potete aiutare a dare un orizzonte nuovo a quelle donne che stanno percorrendo un cammino difficile, contribuendo ad aiutarle a guardare lontano.
Creeremo uno spazio attrezzato per l’alfabetizzazione digitale che andrà ad aumentare i servizi offerti dallo Spazio Donna, nato come luogo dove le donne si incontrano, parlano, si aiutano e apprendono nuove competenze. Competenze, quelle digitali, che nel mondo distanziato dalla pandemia da Covid-19 sono fondamentali per l’autonomia personale. Imparare ad usare il computer, avendo accesso ai servizi digitali, oggi vuol dire fare un passo verso l’inclusione sociale e riprendersi la propria vita.
Nello spazio donna la prima rete che si rinforza è quella amicale, creando un contesto di apprendimento e socializzazione, le donne si sentono meno sole e trovano la forza di chiedere aiuto e riprendere il loro cammino.
Come utilizzeremo i fondi
Se raggiungeremo l’obiettivo di 6.000 Euro, acquisteremo strumenti e materiali: - 4 computer, - 3 tablet, - 1 stampante, - 1 monitor + accessori per avviare un laboratorio finalizzato a fornire alle donne competenze digitali utili per una crescita personale e professionale. Investiremo quindi su competenze digitali orientate all’inclusione sociale, spendibili dalle donne per la loro autonomia e l’uscita da situazioni di svantaggio.
Inoltre attiveremo docenze dedicate all’acquisizione di competenze digitali generali e attività di supporto alla gestione degli strumenti digitali in autonomia. Si prevede anche l’accesso autonomo per l’utilizzo degli strumenti informatici e la realizzazione di incontri specifici su temi inerenti l’autonomia, la cura e la salute, il benessere sociale, workshop tematici che avranno il duplice obiettivo di approfondire tematiche e acquisire informazioni e socializzare il vissuto.
L'Associazione PorAperta OdV
Nata come strumento operativo, socio-culturale del Centro d'Ascolto Caritas “Don Tonino Bello” e della Parrocchia di San Piero Agliana, dal 2002 l’associazione Portaperta realizza interventi, progetti e attività continuative in risposta ai bisogni delle famiglie e alle fragilità sociali emergenti del territorio su cui opera, il comune di Agliana.
L’ascolto del territorio ha portato l’associazione negli anni a consolidare attività e spazi per minori e per donne, fasce più deboli della società, con progetti mirati all’inclusione e all’interazione sociale, alla promozione della cittadinanza attiva e alla diffusione dell’intercultura.
Il contrasto all’insuccesso scolastico minorile, l’attivazione dei corsi d’italiano, lo Spazio Donna e la Casa di Accoglienza sono il centro dell’attività dell’associazione per prevenire fenomeni di emarginazione sociale; oltre alla proposta di momenti di aggregazione e socializzazione aperti al territorio, che risultano complementari all’attività educativa e decisivi per l’inclusione sociale delle fasce deboli nella comunità.
Il doposcuola dell'Associazione, attivo dal 2002 è uno spazio socio-educativo rivolto a minori dai 6 ai 14 anni in situazioni di difficoltà scolastica, linguistica e socio-familiare. Molte famiglie portano richieste di supporto, accompagnamento ed orientamento nelle difficoltà. Particolarmente ricorrenti sono le richieste relative all’orientamento nel mondo della scuola dei figli ed all'acceso ai servizi. Il doposcuola, oltre al sostegno scolastico, propone attività ludico-laboratoriali volte all’integrazione e alla socializzazione e offre un servizio di mediazione scuola-famiglia.
Dal 2011 è attivo il corso d’italiano per sole donne, con servizio di baby-sitting, che accoglie una media di 40 frequentanti l’anno, provenienti da oltre 10 paesi diversi. Dal corso di italiano per sole donne è emersa con sempre più forza la richiesta da parte delle corsiste di poter condividere uno spazio non solo per l’apprendimento dell’italiano, ma anche per fare altre attività. È nata da qui l'esigenza di strutturare in maniera più specifica uno Spazio Donna per promuovere la socializzazione e i saperi di ognuno, stimolare il confronto tra donne e mamme portatrici di vissuti diversi.
L’attenzione verso l’universo femminile e le crescenti situazioni di emarginazione sociale, dovute anche alla lontananza dal contesto familiare e culturale nel caso di donne straniere, o più in generale a situazioni di violenza e disagio socio-economico, ha spinto l’associazione ad intraprendere un nuovo percorso. Nel 2010, a fronte dell’acquisizione di una casa da parte della Parrocchia, l’associazione si è resa disponibile ad accogliere persone in situazione di grave emergenza abitativa segnalate da Caritas, come risposta di emergenza temporanea. Nel 2011 la struttura è stata destinata all’accoglienza diffusa dell’Emergenza Nord Africa. Da allora la struttura è stata sottoposta a ristrutturazione e conversione in due appartamenti. Dal 2017 è attivo, come Casa di accoglienza per donne sole e/o con figli minori a carico, l’appartamento posto al piano terra e dal 2019 anche l’appartamento posto al primo piano, precedentemente destinato all’accoglienza di donne richiedenti protezione internazionale.
Il femminile plurale prende le mosse dalla rilevazione dei bisogni delle donne accolte nella Casa di Accoglienza e di tutte quelle donne accolte nei progetti, che sentono la necessità di intraprendere un percorso di autonomia e realizzazione personale. In particolar modo durante l’emergenza sanitaria Covid-19, si sono riscontrati bisogni specifici che necessitano di essere presi in carico al fine di intraprendere un percorso di emancipazione personale delle donne, anche in relazione a vissuti familiari talvolta connessi a situazioni di violenza non solo fisica, ma soprattutto psicologica.
Le donne che partecipano allo Spazio Donna dell’Associazione PortAperta spesso sono prive di conoscenze, competenze e strumenti digitali, oggi essenziali per la vita quotidiana, come ad esempio seguire i figli nella didattica a distanza o accedere ai servizi tramite SPID. Si aggiunge anche la necessità di saper utilizzare nuovi strumenti e metodologie per promuovere competenze trasversali e propedeutiche per l’inserimento lavorativo.
Inoltre, tramite il progetto, si intende creare nel territorio aglianese uno spazio di comunità protetto per le donne che presentano fragilità dovute alla condizione familiare e personale, uno spazio di socializzazione e condivisione che possa, anche, evitare il rischio di solitudine ed emarginazione, non solo delle donne, ma conseguentemente dei nuclei familiari.
Sostenendo il progetto ci potete aiutare a dare un orizzonte nuovo a quelle donne che stanno percorrendo un cammino difficile, contribuendo ad aiutarle a guardare lontano.
Creeremo uno spazio attrezzato per l’alfabetizzazione digitale che andrà ad aumentare i servizi offerti dallo Spazio Donna, nato come luogo dove le donne si incontrano, parlano, si aiutano e apprendono nuove competenze. Competenze, quelle digitali, che nel mondo distanziato dalla pandemia da Covid-19 sono fondamentali per l’autonomia personale. Imparare ad usare il computer, avendo accesso ai servizi digitali, oggi vuol dire fare un passo verso l’inclusione sociale e riprendersi la propria vita.
Nello spazio donna la prima rete che si rinforza è quella amicale, creando un contesto di apprendimento e socializzazione, le donne si sentono meno sole e trovano la forza di chiedere aiuto e riprendere il loro cammino.
Come utilizzeremo i fondi
Se raggiungeremo l’obiettivo di 6.000 Euro, acquisteremo strumenti e materiali: - 4 computer, - 3 tablet, - 1 stampante, - 1 monitor + accessori per avviare un laboratorio finalizzato a fornire alle donne competenze digitali utili per una crescita personale e professionale. Investiremo quindi su competenze digitali orientate all’inclusione sociale, spendibili dalle donne per la loro autonomia e l’uscita da situazioni di svantaggio.
Inoltre attiveremo docenze dedicate all’acquisizione di competenze digitali generali e attività di supporto alla gestione degli strumenti digitali in autonomia. Si prevede anche l’accesso autonomo per l’utilizzo degli strumenti informatici e la realizzazione di incontri specifici su temi inerenti l’autonomia, la cura e la salute, il benessere sociale, workshop tematici che avranno il duplice obiettivo di approfondire tematiche e acquisire informazioni e socializzare il vissuto.
L'Associazione PorAperta OdV
Nata come strumento operativo, socio-culturale del Centro d'Ascolto Caritas “Don Tonino Bello” e della Parrocchia di San Piero Agliana, dal 2002 l’associazione Portaperta realizza interventi, progetti e attività continuative in risposta ai bisogni delle famiglie e alle fragilità sociali emergenti del territorio su cui opera, il comune di Agliana.
L’ascolto del territorio ha portato l’associazione negli anni a consolidare attività e spazi per minori e per donne, fasce più deboli della società, con progetti mirati all’inclusione e all’interazione sociale, alla promozione della cittadinanza attiva e alla diffusione dell’intercultura.
Il contrasto all’insuccesso scolastico minorile, l’attivazione dei corsi d’italiano, lo Spazio Donna e la Casa di Accoglienza sono il centro dell’attività dell’associazione per prevenire fenomeni di emarginazione sociale; oltre alla proposta di momenti di aggregazione e socializzazione aperti al territorio, che risultano complementari all’attività educativa e decisivi per l’inclusione sociale delle fasce deboli nella comunità.
Il doposcuola dell'Associazione, attivo dal 2002 è uno spazio socio-educativo rivolto a minori dai 6 ai 14 anni in situazioni di difficoltà scolastica, linguistica e socio-familiare. Molte famiglie portano richieste di supporto, accompagnamento ed orientamento nelle difficoltà. Particolarmente ricorrenti sono le richieste relative all’orientamento nel mondo della scuola dei figli ed all'acceso ai servizi. Il doposcuola, oltre al sostegno scolastico, propone attività ludico-laboratoriali volte all’integrazione e alla socializzazione e offre un servizio di mediazione scuola-famiglia.
Dal 2011 è attivo il corso d’italiano per sole donne, con servizio di baby-sitting, che accoglie una media di 40 frequentanti l’anno, provenienti da oltre 10 paesi diversi. Dal corso di italiano per sole donne è emersa con sempre più forza la richiesta da parte delle corsiste di poter condividere uno spazio non solo per l’apprendimento dell’italiano, ma anche per fare altre attività. È nata da qui l'esigenza di strutturare in maniera più specifica uno Spazio Donna per promuovere la socializzazione e i saperi di ognuno, stimolare il confronto tra donne e mamme portatrici di vissuti diversi.
L’attenzione verso l’universo femminile e le crescenti situazioni di emarginazione sociale, dovute anche alla lontananza dal contesto familiare e culturale nel caso di donne straniere, o più in generale a situazioni di violenza e disagio socio-economico, ha spinto l’associazione ad intraprendere un nuovo percorso. Nel 2010, a fronte dell’acquisizione di una casa da parte della Parrocchia, l’associazione si è resa disponibile ad accogliere persone in situazione di grave emergenza abitativa segnalate da Caritas, come risposta di emergenza temporanea. Nel 2011 la struttura è stata destinata all’accoglienza diffusa dell’Emergenza Nord Africa. Da allora la struttura è stata sottoposta a ristrutturazione e conversione in due appartamenti. Dal 2017 è attivo, come Casa di accoglienza per donne sole e/o con figli minori a carico, l’appartamento posto al piano terra e dal 2019 anche l’appartamento posto al primo piano, precedentemente destinato all’accoglienza di donne richiedenti protezione internazionale.
nel 2019 è stata lanciata la prima edizione dell’iniziativa annuale di raccolta fondi “A Natale regala un anno di vita in più a Essere Anziani a Mirafiori sud” e Fondazione Mirafiori ha istituito un fondo dedicato per dare continuità all’attività nel tempo e realizzare interventi e iniziative specifiche
nel 2020 e nel 2021, in concomitanza dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid19, il progetto ha saputo sperimentare e sviluppare strategie e soluzioni in risposta ai bisogni degli anziani, adattabili e modulabili ai cambiamenti delle condizioni sociali, economiche e sanitarie del contesto di riferimento, diventando punto di riferimento cittadino per gli anziani e i loro familiari, per gli operatori del sistema socio-sanitario e per i volontari degli enti del terzo settore
nel 2021, il progetto ha partecipato al progetto Urban Engagement – Azioni comunitarie per il benessere e la coesione sociale nelle periferie, promosso da ASAI, e al progetto CUNFU - L’arte di immaginare il futuro, promosso da Effetto Larsen.
Il progetto aderisce al Tavolo Intersettoriale Circoscrizione 2 - Azione 5.3 – Programma Regionale “Sicurezza nei luoghi di vita - Prevenzione delle cadute” promosso dalla S.C. Emergenze infettive, Prevenzione e Promozione della salute – Dipartimento di Prevenzione dell’ASL Città di Torino nell’ambito del Piano Locale di Prevenzione. Dal 2015, l’ASL Città di Torino fa parte della Cabina di Regia del progetto attraverso il Distretto Sanitario Sud Ovest, condividendone obiettivi, metodologie e modalità di svolgimento.
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"L’Europeista" vuol dare voce a chi crede che un'Europa unita e forte rappresenti il miglior destino possibile per l’Italia e i suoi cittadini.
1️⃣ L’Europeista sarà un giornale? No, sarà un uno spazio media e culturale variegato: articoli, video, infografiche, eventi fisici e online.
2️⃣ Chi c’è dietro? Non Soros, sennò non vi chiederemmo soldi (quando arriverà Soros, smetteremo di chiederveli). Il direttore responsabile sarà Piercamillo Falasca, mentre Filippo Rossi sarà direttore editoriale; stiamo poi componendo la (piccolissima) redazione. Alle spalle de L’Europeista ci sarà un’associazione “militante” di europeiste ed europeisti convinti. Come si chiamerà l’associazione? Europafutura. Se vuoi aderire, scrivi a iscrizioni@europafutura.eu con i tuoi dati e un recapito telefonico, ti ricontatteremo entro pochi giorni.
3️⃣ A cosa servono i soldi? Non a pagare Pier e Filippo, che condurranno questa attività gratuitamente, ma la piccola e giovane redazione, le spese tecniche, qualche evento fisico e in prospettiva le analisi e i contenuti più approfonditi, la promozione di campagne e azioni concrete.
4️⃣ Ma c’era bisogno de L’Europeista? La missione de L’Europeista è sensibilizzare i cittadini sull'importanza dell'Unione Europea, promuovendo una narrazione europeista moderna e pragmatica, capace di rispondere alle sfide globali come il declino demografico, l'innovazione tecnologica, il cambiamento climatico, la difesa comune e la gestione delle migrazioni. Il progetto mira a creare una piattaforma di idee che connetta istituzioni, cittadini e giovani europeisti attraverso contenuti di qualità e dibattiti costruttivi.
5️⃣ Anche un piccolo contributo può fare la differenza. Con il tuo aiuto, "L’Europeista" diventerà un luogo e uno strumento di informazione e di dibattito per chi crede nel sogno europeo e vuole renderlo una realtà sempre più solida.
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1️⃣ L’Europeista sarà un giornale? No, sarà un uno spazio media e culturale variegato: articoli, video, infografiche, eventi fisici e online.
2️⃣ Chi c’è dietro? Non Soros, sennò non vi chiederemmo soldi (quando arriverà Soros, smetteremo di chiederveli). Il direttore responsabile sarà Piercamillo Falasca, mentre Filippo Rossi sarà direttore editoriale; stiamo poi componendo la (piccolissima) redazione. Alle spalle de L’Europeista ci sarà un’associazione “militante” di europeiste ed europeisti convinti. Come si chiamerà l’associazione? Europafutura. Se vuoi aderire, scrivi a iscrizioni@europafutura.eu con i tuoi dati e un recapito telefonico, ti ricontatteremo entro pochi giorni.
3️⃣ A cosa servono i soldi? Non a pagare Pier e Filippo, che condurranno questa attività gratuitamente, ma la piccola e giovane redazione, le spese tecniche, qualche evento fisico e in prospettiva le analisi e i contenuti più approfonditi, la promozione di campagne e azioni concrete.
4️⃣ Ma c’era bisogno de L’Europeista? La missione de L’Europeista è sensibilizzare i cittadini sull'importanza dell'Unione Europea, promuovendo una narrazione europeista moderna e pragmatica, capace di rispondere alle sfide globali come il declino demografico, l'innovazione tecnologica, il cambiamento climatico, la difesa comune e la gestione delle migrazioni. Il progetto mira a creare una piattaforma di idee che connetta istituzioni, cittadini e giovani europeisti attraverso contenuti di qualità e dibattiti costruttivi.
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