Siamo l'associazione culturale FIKRI - L'idea di creare. Siamo una realtà giovane con tanta voglia di fare cultura.
Uno dei nostri progetti più importanti è la rassegna cinematografica "I bambini si raccontano in video" curata dal direttore artistico Paolo Beneventi, esperto di media education.
La rassegna mette al centro dell'attenzione il punto di vista dei bambini sul mondo tramite i mezzi tecnologici. Loro sono gli autori e gli attori dei contenuti multimediali.
Il 19 e 20 ottobre a Brescia saranno due giorni intensi: un evento aperto a tutti, esperti e cittadini, con momenti di confronto, laboratori e proiezioni di video che ci stanno arrivando da tutto il mondo.
Noi crediamo fortemente in questo progetto e abbiamo bisogno del vostro sostegno per renderlo di un livello qualitativo alto: potremo ospitare i colleghi, fare molta promozione, aumentare le attività creative per i cittadini e tanto altro.
Vi ringraziamo già da ora per aver letto la nostra iniziativa e se volete condividere il nostro progetto ve ne siamo davvero grati!
Se avete voglia di scoprire nello specifico di cosa ci occupiamo con questo progetto, continuate a leggere!
La rassegna “I bambini si raccontano in video” presenta una selezione significativa di opere video prodotte con la partecipazione attiva e determinante di bambini e ragazzi sotto i 14 anni. Si svolge come primo atto a Brescia, ottobre 2024, mentre in rete si scrive un libro collettivo in cui si ragiona insieme su bambini e tecnologie audiovisive oggi, coordinato da Paolo Beneventi, con contributi di esperti internazionali qualificati, e si allestisce una biblioteca multimediale.
Oggi, con un uso attivo, consapevole, a misura di bambino, degli strumenti audiovisivi, facili, istintivi, potenti, che permettono immediatamente di osservare, conoscere, rielaborare la realtà e di raccontarla secondo modalità molto simili al loro gioco libero, i bambini hanno la possibilità di esprimere in prima persona la loro cultura, come prima non era possibile, e contribuire direttamente al dialogo tra le generazioni e alla risoluzione di molti problemi del tempo presente. Non cuccioli di consumatori lasciati individualmente in balia di televisione, pubblicità, social network, ma giovanissimi umani che agiscono insieme, in contesti educativi, crescendo in competenze tecniche, spirito critico, autostima, come persone autonome e cittadini attivi.
Attraverso le loro opere, i bambini possono esprimersi come gruppo sociale e dire di sé quello che i genitori, gli insegnanti, gli psicologi, gli adulti in generale spesso non sanno. E conoscere le opere dei bambini può aprire nuovi canali di comunicazione e collaborazione tra le generazioni, e anche mostrare un diverso rapporto possibile con la tecnologia, se non la consumiamo soltanto secondo modelli prestabiliti, ma impariamo a usarla attivamente, giocarla, reinventarla a partire dalla nostra esperienza e dalla nostra vita, come sanno fare i bambini.
TRAILER:
Molti tra quelli che da anni lavorano con i bambini e i ragazzi nel campo della cosiddetta “media education”, hanno potuto osservare che, se messi nelle condizioni di esprimersi in un contesto educativo sereno, i bambini possono essere protagonisti nella società, non solo raccontando di sé e esprimendo il proprio punto di vista, ma trovando spesso un equilibrio insospettato tra tecnologia e natura e indicando così possibili soluzioni a diversi problemi del tempo presente.
La rassegna è un momento per potersi confrontare insieme in presenza, a partire dalle reciproche esperienze.
Siamo l'associazione culturale FIKRI - L'idea di creare. Siamo una realtà giovane con tanta voglia di fare cultura.
Uno dei nostri progetti più importanti è la rassegna cinematografica "I bambini si raccontano in video" curata dal direttore artistico Paolo Beneventi, esperto di media education.
La rassegna mette al centro dell'attenzione il punto di vista dei bambini sul mondo tramite i mezzi tecnologici. Loro sono gli autori e gli attori dei contenuti multimediali.
Il 19 e 20 ottobre a Brescia saranno due giorni intensi: un evento aperto a tutti, esperti e cittadini, con momenti di confronto, laboratori e proiezioni di video che ci stanno arrivando da tutto il mondo.
Noi crediamo fortemente in questo progetto e abbiamo bisogno del vostro sostegno per renderlo di un livello qualitativo alto: potremo ospitare i colleghi, fare molta promozione, aumentare le attività creative per i cittadini e tanto altro.
Vi ringraziamo già da ora per aver letto la nostra iniziativa e se volete condividere il nostro progetto ve ne siamo davvero grati!
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La rassegna “I bambini si raccontano in video” presenta una selezione significativa di opere video prodotte con la partecipazione attiva e determinante di bambini e ragazzi sotto i 14 anni. Si svolge come primo atto a Brescia, ottobre 2024, mentre in rete si scrive un libro collettivo in cui si ragiona insieme su bambini e tecnologie audiovisive oggi, coordinato da Paolo Beneventi, con contributi di esperti internazionali qualificati, e si allestisce una biblioteca multimediale.
Oggi, con un uso attivo, consapevole, a misura di bambino, degli strumenti audiovisivi, facili, istintivi, potenti, che permettono immediatamente di osservare, conoscere, rielaborare la realtà e di raccontarla secondo modalità molto simili al loro gioco libero, i bambini hanno la possibilità di esprimere in prima persona la loro cultura, come prima non era possibile, e contribuire direttamente al dialogo tra le generazioni e alla risoluzione di molti problemi del tempo presente. Non cuccioli di consumatori lasciati individualmente in balia di televisione, pubblicità, social network, ma giovanissimi umani che agiscono insieme, in contesti educativi, crescendo in competenze tecniche, spirito critico, autostima, come persone autonome e cittadini attivi.
Attraverso le loro opere, i bambini possono esprimersi come gruppo sociale e dire di sé quello che i genitori, gli insegnanti, gli psicologi, gli adulti in generale spesso non sanno. E conoscere le opere dei bambini può aprire nuovi canali di comunicazione e collaborazione tra le generazioni, e anche mostrare un diverso rapporto possibile con la tecnologia, se non la consumiamo soltanto secondo modelli prestabiliti, ma impariamo a usarla attivamente, giocarla, reinventarla a partire dalla nostra esperienza e dalla nostra vita, come sanno fare i bambini.
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Molti tra quelli che da anni lavorano con i bambini e i ragazzi nel campo della cosiddetta “media education”, hanno potuto osservare che, se messi nelle condizioni di esprimersi in un contesto educativo sereno, i bambini possono essere protagonisti nella società, non solo raccontando di sé e esprimendo il proprio punto di vista, ma trovando spesso un equilibrio insospettato tra tecnologia e natura e indicando così possibili soluzioni a diversi problemi del tempo presente.
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"L’Europeista" vuol dare voce a chi crede che un'Europa unita e forte rappresenti il miglior destino possibile per l’Italia e i suoi cittadini.
1️⃣ L’Europeista sarà un giornale? No, sarà un uno spazio media e culturale variegato: articoli, video, infografiche, eventi fisici e online.
2️⃣ Chi c’è dietro? Non Soros, sennò non vi chiederemmo soldi (quando arriverà Soros, smetteremo di chiederveli). Il direttore responsabile sarà Piercamillo Falasca, mentre Filippo Rossi sarà direttore editoriale; stiamo poi componendo la (piccolissima) redazione. Alle spalle de L’Europeista ci sarà un’associazione “militante” di europeiste ed europeisti convinti. Come si chiamerà l’associazione? Europafutura. Se vuoi aderire, scrivi a iscrizioni@europafutura.eu con i tuoi dati e un recapito telefonico, ti ricontatteremo entro pochi giorni.
3️⃣ A cosa servono i soldi? Non a pagare Pier e Filippo, che condurranno questa attività gratuitamente, ma la piccola e giovane redazione, le spese tecniche, qualche evento fisico e in prospettiva le analisi e i contenuti più approfonditi, la promozione di campagne e azioni concrete.
4️⃣ Ma c’era bisogno de L’Europeista? La missione de L’Europeista è sensibilizzare i cittadini sull'importanza dell'Unione Europea, promuovendo una narrazione europeista moderna e pragmatica, capace di rispondere alle sfide globali come il declino demografico, l'innovazione tecnologica, il cambiamento climatico, la difesa comune e la gestione delle migrazioni. Il progetto mira a creare una piattaforma di idee che connetta istituzioni, cittadini e giovani europeisti attraverso contenuti di qualità e dibattiti costruttivi.
5️⃣ Anche un piccolo contributo può fare la differenza. Con il tuo aiuto, "L’Europeista" diventerà un luogo e uno strumento di informazione e di dibattito per chi crede nel sogno europeo e vuole renderlo una realtà sempre più solida.
Artemixia usa l'arte del teatro, della musica, della poesia, della performance, della videoarte, della pittura e della scultura come linguaggio sociale, contro ogni forma di discriminazione e di violenza.
L'arte è nostra alleata preziosa in questa lotta e la affianchiamo a percorsi formativi nelle scuole e ad azioni di coinvolgimento del pubblico per suscitare la partecipazione attiva della cittadinanza. L'arte nostra alleata deve poter esistere nei luoghi della gente, tra le persone e non solo nei musei, affinché possa innescare riflessione e consapevolezza, affinché possa trasformarsi da emozione a spunto a spinta per cambiare le cose.
Grazie al vostro aiuto in questi anni abbiamo potuto fare molto e portare il nostro messaggio a tante persone inserendo due grandi opere permanenti di sensibilizzazione per il contrasto alla violenza prima nella piazza del Parco Commerciale Dora e poi nel parco Robinson di Almese. Quest'ultima ha visto la partecipazione di una madrina d'eccezione: la cantantessa Carmen Consoli.
Ma non c'è due senza tre. La realizzazione della nuova opera “INSIEME FERMIAMO VIOLENZA” si propone, in continuità con il lavoro iniziato nell’ambito del progetto INSIEMECONTROLAVIOLENZA, di lasciare un ulteriore segno tangibile e indelebile sul territorio che rappresenti un monito all’impegno, da parte dell’amministrazione e de-i/lle cittadin-i/e, all’azione comune nella lotta alla violenza.
Questa nuova opera spunterà dall'Anagrafe Centrale di Torino, un luogo che si è recentemente aperto all'Arte, al protagonismo giovanile e alla riflessione sul tema della prevenzione e del contrasto alla violenza di genere grazie alla collettiva artistica di ROSSO INDELEBILE e alle performance e alle visite guidate di studentesse e studenti.
L'Anagrafe Centrale è il luogo dove ogni cittadina o cittadino prima o poi deve recarsi. E' un luogo che mette a disposizione i propri servizi a favore di tutte le generazioni e di tutte le persone in modo indistinto. I suoi corridoi oggi vengono attraversati ogni giorno da 450 persone.
In passato l'Anagrafe Centrale è stato un manicomio femminile. A lungo il manicomio è stato un mezzo per medicalizzare e diagnosticare gli ‘errori della fabbrica umana’, attraverso l’eliminazione dalla società delle anomalie. L’adulterio fino al 1968 era in Italia un reato ed era motivo sufficiente per finire rinchiuse. Per le donne i motivi per essere internate lo erano anche l’essere libertine, poco propense al ruolo di moglie o madre o l’aver osato ribellarsi alle violenze inflitte dal marito tra le mura domestiche.
Il discorso dell'artivista Rosalba Castelli, durante l'inaugurazione della collettiva artistica di Rosso Indelebile che ha aperto per la prima volta le porte dell'Anagrafe Centrale all'Arte e al tema della prevenzione della violenza, rivela la spiegazione di un percorso di riflessione e di ascolto dei luoghi che è una specie di collegamento tra passato e presente:
“L’arte può riscattare i luoghi. Può riscriverli. Può ascoltarli.
In questo luogo ci sono antiche grida.
Ci sono memorie che non riposano e voci che chiedevano di essere ascoltate.
Ci sono vite di donne che furono spezzate, interrotte, sottratte alla vita e al loro tempo in vita.
[…]
Eppure, le cose sono cambiate.
Eppure, le donne muoiono ancora.
Eppure, abbiamo parole nuove che parlano di queste morti: femminicidio, violenza di genere. Il termine femminicidio non si riferisce a una donna che muore in un incidente automobilistico: ci dice che una donna è morta in quanto donna per mano di un uomo.
Ci sono case che sono prigioni dove le donne continuano ad essere internate.
Questo luogo che internava le donne per escluderle oggi ospita solo più le loro antiche grida.
Ci sono case che contengono le grida di oggi.
L’arte può ascoltare i luoghi. Riscriverli. Gridarli."
Per questi motivi abbiamo scelto l'Anagrafe Centrale per erigere il nuovo monumento simbolo della nostra unione nella lotta alla violenza. Una mano gigante, che è la somma delle mani di tutte e di tutti, un crescendo esponenziale che ha bucato il muro d’acciaio della violenza. Una mano pronta ad aiutarci, in qualsiasi momento.
ADERIRE a questa campagna equivale a DESIDERARE che la propria Città ospiti un simbolo della presa di posizione e dell’impegno condiviso contro ogni forma di violenza.
INSIEME CONTRO LA VIOLENZA è un progetto artistico che nasce grazie all’idea e all'impegno dell'artivista Rosalba Castelli e della videoartistAnna Olmo e all'esperienza del fabbro Denis Valarin. Il progetto si inserisce all’interno degli interventi di sensibilizzazione di Rosso Indelebile e INNESCHI promosso da Artemixia Aps, programma di azioni a catena per la prevenzione della violenza di genere attraverso l’arte, la musica, la performance, la scultura, la video-art, la messa in campo di azioni di informazione, sensibilizzazione e partecipazione attiva della cittadinanza.
Il progetto INSIEME CONTRO LA VIOLENZA ha permesso la realizzazione di due opere giganti in acciaio corten, alte 3 metri, larghe 2 e del peso di 1500 kg. Alla base della realizzazione c'è il sostegno di tutte le cittadine e di tutti i cittadini che hanno aderito e sostenuto il progetto: “solo con una base forte è possibile sostenere il peso di 1500 kg di acciaio, solo se siamo INSIEME CONTRO LA VIOLENZA, possiamo sfondare il muro d’acciaio del silenzio, della paura, della misoginia, degli stereotipi di genere, del linguaggio diseducativo, dell’hate speech, della violenza domestica e di quella alla quale assistono bambine e bambini”. Le opere rappresentano infatti l’enorme impronta lasciata da una mano che ha sfondato un muro d’acciaio e, la stessa mano, ricoperta dalle tante mani - più di 500 - che la rendono così grande e forte, che esce dal terreno e si protende per dire “no alla violenza”.
L’enorme mano che ha potuto generare la forza necessaria a bucare l’acciaio non è altro che la metafora dell’unione, della somma delle mani di tutte e di tutti: INSIEME CONTRO LA VIOLENZA, appunto!
INSIEME CONTRO LA VIOLENZA diviene dunque OPERA, nel momento in cui essa è un’opera di TUTTƏ.
Perché lo facciamo?
La risposta in questo video andato in onda in tutta la metropolitana di Torino nei mesi di novembre e dicembre 2022.
Alla base dell'Opera verranno riportati tutti i nomi delle persone che avranno aderito al progetto.
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